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BERNADidier Burkhalter presidente della Confederazione 2014

04.12.13 - 08:34
Simonetta Sommaruga è stata eletta vice presidente
Foto Keystone
Didier Burkhalter presidente della Confederazione 2014
Simonetta Sommaruga è stata eletta vice presidente

BERNA - Il Consigliere federale Didier Burkhalter è stato eletto presidente della Confederazione per il 2014 con 183 voti su 202 schede valide. La Consigliera federale Simonetta Sommaruga è stata eletta vice presidente del Consiglio federale per il 2014 con 180 voti su 205 schede valide.

 

BERNA - Didier Burkhalter accede per la prima volta alla presidenza della della Confederazione. Durante il suo mandato, il liberale-radicale di 53anni s'impegnerà per migliorare la visibilità della Svizzera nel mondo. Il neocastellano vorrebbe, in particolare, compiere un decisivo passo avanti nelle relazioni bilaterali con l'Ue.

"Dobbiamo smettere di vedere sempre l'Ue come un nemico", ha recentemente affermato Burkhalter in un'intervista. Per rimuovere gli ostacoli che impediscono di negoziare nuovi accordi con Bruxelles, il ministro degli esteri ha infranto un tabù proponendo di lasciare alla Corte di giustizia europea il compito di risolvere le future vertenze.

 

L'idea, fortemente osteggiata dalla destra nazionalista, ha sorpreso tutti. Il Consiglio federale e le commissioni parlamentari competenti hanno comunque dato il via libera alle trattative. La palla è nel campo di Bruxelles.

 

Ora che dispone del titolo di presidente della Confederazione, Burkhalter spera di poter dare nuovo slancio ai bilaterali. Questa è l'occasione per lasciare il segno nella storia del governo, anche se al neocastellano non piacciono i personalismi nella politica.

 

Da quando ha preso le redini del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), due anni fa dopo aver lasciato senza rimpianti il Dipartimento degli interni (DFI), Burkhalter ha iniziato a viaggiare molto: ha moltiplicato i contatti con i partner europei, ma non ha disdegnato le mete più lontane. È così stato il primo ministro svizzero degli affari esteri a recarsi ufficialmente in Australia e Vanuatu.

 

In termini di risultati, il bilancio è contrastato. Alcuni sostengono che grazie alla sua discrezione è riuscito a rafforzare il ruolo dei buoni uffici offerti dalla Svizzera. Grazie al suo impegno, Ginevra ha potuto accogliere incontri internazionali e congressi di rilievo, particolare sulla guerra civile siriana e sul nucleare iraniano.

 

Alcuni osservatori attendono tuttavia ancora risultati concreti del suo operato. Dalla sua elezione, Burkhalter non ha mai abbandonato il suo atteggiamento formale e un po' teso, soprattutto davanti alle telecamere. Ha così rifiutato qualsiasi intervista in merito al suo anno presidenziale prima della sua elezione avvenuta oggi.

 

Burkhalter è stato a volte criticato per le sue nomine, come ad esempio la scelta di piazzare l'ex direttore delle assicurazioni sociali Yves Rossier alla testa della Segreteria di Stato per le questioni internazionali senza organizzare un concorso pubblico. Questo modo di procedere, criticato anche dalla Commissione della gestione, si è ripetuto più volte nella scelta di diversi responsabili.

 

Altro fatto che alcuni rimproverano a Burkhalter: la nomina del direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) Martin Dahinden a ambasciatore della Svizzera negli Usa. Dahinden sarebbe stato "spedito" a Washington a causa di divergenze con il consigliere federale in merito al ruolo della DSC.

 

Sulle foto ufficiali Didier Burkhalter sembra un attore americano di film in bianco e nero. Quello che alcuni hanno soprannominato il "George Clooney del governo", grande fan del regista americano Clint Eastwood, è l'antitesi dei suoi predecessori, i carismatici e senza peli sulla lingua Pascal Couchepin (al DFI) e Micheline Calmy-Rey (al DFAE).

 

Entrato in governo nel novembre 2009, Burkhalter, economista di formazione, non si è fatto solo amici come ministro della sanità. È riuscito a far nuovamente rimborsare alcune terapie alternative, ma la sua decisione di abolire il rimborso per gli occhiali non è piaciuta per niente, tanto che ha dovuto fare marcia indietro almeno per i bambini.

 

La sua riforma che voleva promuovere modelli assicurativi alternativi come le reti di cure integrate è fallita in seguito a un referendum. L'undicesima revisione dell'AVS, ereditata da Couchepin, è stata affossata dal Parlamento, nonostante il compromesso proposto da Burkhalter.

 

Stessa sorte è stata riservata alla legge sulla prevenzione e promozione della salute, uno dei suoi cavalli di battaglia. Altro fallimento: la riduzione del tasso di conversione del secondo pilastro, respinto dal popolo del 2010.

 

Il suo bilancio, ammesso in un intervista: "al Dipartimento dell'interno bisognava battersi su questioni molto difficili, su articoli di legge molto tecnici. Al DFAE ho potuto aprire finestre!".

 


ATS

 

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