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"Come si fa a decidere in base a gara-7? Avevamo creato qualcosa di importante"

Si è chiusa dopo quasi un'ora e mezza la conferenza stampa di Larry Huras."Problemi ce n'erano ma si potevano risolvere. I capitani erano tristi per l'ennesimo cambiamento. Sono deluso: qualcuno non ha saputo mostrare spirito di sacrificio"
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"Come si fa a decidere in base a gara-7? Avevamo creato qualcosa di importante"
Si è chiusa dopo quasi un'ora e mezza la conferenza stampa di Larry Huras."Problemi ce n'erano ma si potevano risolvere. I capitani erano tristi per l'ennesimo cambiamento. Sono deluso: qualcuno non ha saputo mostrare spirito di sacrificio"
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LUGANO - La pausa di riflessione della dirigenza, poi il licenziamento. Le ultime ore, gli ultimi giorni, sono stati carichi di delusione e rabbia per Larry Huras, ormai ex timoniere bianconero. Prima di congedarsi dai suoi ex tifosi l’all...

LUGANO - La pausa di riflessione della dirigenza, poi il licenziamento. Le ultime ore, gli ultimi giorni, sono stati carichi di delusione e rabbia per Larry Huras, ormai ex timoniere bianconero. Prima di congedarsi dai suoi ex tifosi l’allenatore canadese ha accettato di spiegare quali sono, a suo modo di vedere, le cause che hanno portato alla fine del rapporto. Abbiamo ascoltato le parole della dirigenza, ora la palla, pardon il disco, passa al coach.

Ore 11.04 - "Nello spogliatoio ci sono diverse personalità, questo è chiaro. E per questo, per capire cosa pensavano i miei ragazzi, dopo la stagione ho parlato con loro". È cominciata con questa dichiarazione la conferenza stampa di Huras.

Ore 11.08 - "Ho sentito i ragazzi dopo la fine delle partite, sono emersi problemi, questo è vero, ma nulla di irrisolvibile".

Ore 11.14 - "Amo questa squadra e non sono qui per criticare l'operato dei dirigenti ma solo per analizzare i dati di questa stagione".

Ore 11.18 - "Io non ho visto questo fallimento. Abbiamo perso tredici partite per una sola rete e i problemi maggiori li abbiamo avuti nei primi mesi di stagione, quando forse non eravamo pronti".

Ore 11.20 - "Da gennaio, dalla fine del lockout, abbiamo tenuto il ritmo delle migliori. Siamo stati più compatti e abbiamo giocato un buon hockey".

Ore 11.22 - "Nei playoff i miei hanno dato il massimo, non posso rimproverare loro nulla. Purtroppo abbiamo perso gara-7 anche per i meriti dello Zugo".

Ore 11.24 - "Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto per creare una squadra competitiva. Ho fatto scelte e abbiamo acquistato giocatori. Questo ha, a parer mio, assicurato un futuro importante al Lugano. La squadra del prossimo anno la vedo molto competitiva. Molto più forte di quella di diciassette mesi fa. Purtroppo non sarò io ad allenarla".

Ore 11.26 - "Cosa serviva? Solidarietà. Capire che tutti eravamo sulla stessa barca e tutti avremmo dovuto remare nella stessa direzione"

Ore 11.28 - "Potevamo cambiare l'immagine del Lugano. Recentemente ho sentito un giocatore che mi ha detto che in questo club si veniva solo per guadagnare buoni soldi, non per ambizioni sportive. Stavo lavorando per far cambiare questa idea".

Ore 11.31- "Mi hanno detto "Larry, tu spingi troppo, pretendi troppo!". È vero, nella mia vita, in tutti i club che sono stato, ho chiesto il massimo. Ma questo non deve farlo solo il coach, dovrebbe essere una prerogativa di tutto l'ambiente. Solo così si può migliorare".

Ore 11.32 - "Abbiamo imparato dai nostri errori e sono certo che avremmo potuto crescere molto".

Ore 11.34 - "Sacrificio. Questo è mancato. Tutti, dai dirigenti ai giocatori, avrebbero dovuto dare qualcosa in più. Qualcuno non mi è parso disposto a fare sacrifici".

Ore 11.35 - "Lo spirito dello sport è morto? Non lo so. Se il destino di un allenatore, il suo lavoro lungo un anno, è deciso da una gara-7, da un successo o una sconfitta allora, per me, lo spirito dello sport è morto. Capisco che ora questo mondo è business ma penso che da una sconfitta si debba ripartire. Che da una gara-7 persa si debba trarre insegnamento per crescere. Qui hanno deciso di non farlo e per me questo significa che lo spirito...".

Ore 11.36 - "C'è poco altro da dire se non ringraziare la presidente Vicky e la sua famiglia, per l'opportunità che ha dato a me e alla mia famiglia".

Ore 11.38 - "Devo ringraziare anche i giocatori, il merito di quanto fatto è al 95% loro. Ma non solo quelli del Lugano, tutti quelli che mi sono rimasti vicini e che, in questi giorni, mi hanno contattato. Anche da Berna. Sono parecchi quelli che si sono fatti sentire. È stato bello. E poi anche, tifosi, sponsor, giornalisti, tutti grandissimi qui in Ticino. E poi mia moglie, che mi sopporta da 30 anni. E non è facile vivere con me".

Ore 11.41 - "Oggi sono deluso ma anche fiducioso perché Dio ha un piano per tutti. Tra qualche anno, guardandomi indietro, magari lo apprezzerò. Ora mi godo la mia famiglia, la mia vita. Andrò a vedere mio figlio all'Università di Salt Lake City. È al quarto anno e davvero non ho mai visto una sua partita".

Ore 11.44 - Sono cominciate le domande. Larry, come vedi il futuro del Lugano, nero? "Assolutamente no. Il punto più basso è stato a ottobre 2011. Ora penso non possa che far bene, che migliorare".

Ore 11.46 - Dove può migliorare la squadra, sotto l'aspetto mentale? "Sicuramente sì. Rispetto all'inizio eravamo già cresciuti molto. Ora in spogliatoio ci sono molti giocatori vincenti. Abbiamo imparato tanto e c'erano ancora tanti passi avanti da fare. L'esperienza può fare la differenza. Guardate la finale: Tra Friborgo e Berna i primi sono, a parer mio, più forti. I secondi hanno però maggior forza mentale. E per questo forse sono favoriti".

Ore 11.51 - Hai chiesto alla presidente se sarebbe cambiato qualcosa vincendo gara-7? "Questa è una domanda da fare a lei. Io ho chiesto quale era il vero motivo del cambiamento. Ma non ho ricevuto una spiegazione chiara. O forse sono stupido e non ho capito le cose che mi hanno spiegato. Però a questo punto non rimane che accettare le decisioni".

Ore 11.52 - "Ma il problema non è Vicky. È la società, il CdA che ha deciso. Hanno parlato del futuro, dei problemi che ci sarebbero potuti essere. Ma forse era giusto pensare al presente, capire quello che si era fatto".

Ore 11.52 - "Ho parlato con tutti, con i giocatori e con lo staff, e chiesto dove potevo migliorare. Ho ottenuto risposte importanti, anche piccole cose che mi hanno fatto capire, crescere. Da quelle avrei potuto imparare. Di sicuro in futuro, nel prossimo club, farò tesoro di quelle risposte".

Ore 11.54 - In Svizzera hai solo avuto grandi successi o stagioni finite male. "Citatemi un allenatore che chiude bene con un club. Forse Del Curto, che tra un po' a Davos dirà: "ho dato tutto, arrivederci". Per il resto è difficile che i rapporti si chiudano benissimo".

Ore 11.57 - Hai detto di aver subito un processo. Come hai preso il fatto che la presidente in queste settimane abbia parlato spessissimo con la stampa e praticamente mai con te, che abbia aspettato due settimane prima di rapportarsi. "È vero, è stato strano. In questi giorni io ho parlato pochissimo. Lei invece ha rilasciato molte dichiarazioni. Anche se, a quattr'occhi, mi ha detto che non avrebbe voluto creare questo polverone".

Ore 12.01 - "A questo punto posso solo dire che io faccio sempre autocritica. Dopo ogni partita penso più volte a quello che è successo sul ghiaccio. E penso sempre che il maggior colpevole per una sconfitta sono sempre io".

Ore 12.02 - È uscita una storia da SMS... "Questo è un tradimento da SMS - ha ammesso ridendo Huras - non è vero che andrò da qualche parte. Io sono ancora sotto contratto con il Lugano e penso che mi prenderò una vacanza. Un anno sabbatico, una pausa, dopo tanto tempo. Penserò al mio libro".

Ore 12.05 - "Nel libro non parlerò solo di hockey ma i 25 anni di carriera occuperanno di certo una parte preponderante".

Ore 12.08 - Ti piacerebbe allenare una nazionale? "Sì molto. Anche se c'è un problema: con le nazionali si passa poco tempo sul ghiaccio con la squadra. E vedere i ragazzi che crescono, i Fazzini, è incredibilmente appagante. Pensate a Gardner, l'ho conosciuto a 19 anni quando non riusciva a mettere un pattino davanti all'altro e ora guardate cosa è diventato". 

Ore 12.11 - "Guardate Sannitz. Io e lui abbiamo parlato tanto. Gli ho spiegato perché doveva partire. Che era per il suo bene. E sono convinto che in futuro sarà importantissimo per il Lugano. Per me è quasi un figlio e penso, spero, che tra quindici anni, incontrandoci sul lungolago, potremo essere soddisfatti di quanto fatto. Possa darmi ragione".

Ore 12.14 - Lasci un tesoretto di giovani a Lugano. Il prossimo allenatore dovrà valorizzarli. "Questo andrà fatto presente a lui. Io posso solo dire di essere felice di aver potuto lavorare con loro. Guardate Simion. Guardate Kostner. Guardate Murray. Hanno fatto una progressione, un miglioramento, incredibile. Hanno lavorato, duramente, tutti i giorni. E ora sono pronti a giocare tanto il LNA. Certo devono crescere ancora ma ora sono fortissimi".

Riguarda la conferenza stampa di Huras su www.tio.ch/live

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