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HCL"Peter, Pettersson e Thoresen mi hanno convinto in un attimo"

02.06.15 - 18:26
Tony Martensson ha rilasciato le sue prime parole da quando è giunto sulle rive del Ceresio. “Abbiamo un solo obiettivo, tornare a vincere”
"Peter, Pettersson e Thoresen mi hanno convinto in un attimo"
Tony Martensson ha rilasciato le sue prime parole da quando è giunto sulle rive del Ceresio. “Abbiamo un solo obiettivo, tornare a vincere”
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LUGANO - L’attesa per la ripresa del campionato è ancora lunga, ma il Lugano si appresta ad affrontare l’estate con la rosa quasi al completo. Patrick Fischer può contare su un quartetto di straniero di tutto valore, visto che potrà schierare Fredrik Pettersson, Linus Klasen, Ilari Filppula e il neo arrivato Tony Martensson. Lo svedese, nelle idee dell’head coach, sarà il centro della prima linea, quel centro two-ways che dovrebbe portare fisicità ed equilibrio a un blocco che - con gli altri due svedesi d’attacco - promette scintille e meno rischi difensivi.

“È stato molto semplice per me scegliere Lugano, al termine dell’esperienza in KHL - ha esordito il nuovo attaccante - Già lo scorso dicembre sono iniziati i contatti con Peter (Andersson, ndr); mi ha chiesto quali fossero i miei programmi per la nuova stagione. Dopo cinque anni in Russia, ho accettato la proposta con molto interesse e voglia; ho anche chiesto informazioni a Pettersson… che comunque conoscevo già in precedenza dal momento che ho giocato con lui con la maglia della nazionale”.

Martensson ha aiutato lo SKA San Pietroburgo a festeggiare il primo titolo russo soltanto poche settimane fa, giostrando con un ex Lugano, Patrick Thoresen: “Le sue parole sono state secche e chiare: “Tony, se hai la possibilità di andare a giocare a Lugano devi cogliere quest’occasione, non solo per il club, per la sua storia ma anche per i tifosi… sono pazzeschi!””, ha sottolineato.

Dopo i festeggiamenti vissuti con la maglia dello SKA (“sono stati incredibili, tutta la città ha partecipato alla nostra cavalcata e noi in pista e non solo siamo riusciti a creare un grande gruppo”, ha spiegato), Martensson si troverà di fronte a un altro tabù: quello di riportare alla Resega quel titolo a Lugano che manca ormai da 10 anni. “Quello dovrà essere il nostro obiettivo; so bene che lo scorso anno la squadra ha giocato una grandissima regular season mentre nei playoff non è riuscita a mettere in pista le stesse qualità. Ma è una bella squadra, formata da giovani e da giocatori di esperienza… un giusto mix da cui partire”.

Diversi anni in KHL hanno modificato il gioco del 34enne che da scorer e assistman puro, è diventato un giocatore completo, capace di lavorare duramente sia in fase offensiva che in quella difensiva. “Ho avuto anche la fortuna di giocare con ragazzi di assoluta qualità, che mi hanno permesso di maturare. La KHL negli ultimi anni ha incontrato diverse difficoltà economiche, molte squadre hanno perso il loro livello e anche per questo diversi giocatori hanno preferito abbandonare questa Lega; io avevo la possibilità di tornare in Svezia ma alla fine ho scelto di affrontare la sfida propostami dal Lugano e penso che le mie qualità, la mia fisicità possano permettermi di affrontare le difese che ci sono nel vostro campionato… difese rocciose e vigorose ma questo non mi spaventa. Magari avrò bisogno di qualche partita per ambientarmi ma poi il resto verrà da sé”, ha continuato.

Lo svedese ha le idee chiare su quello che la squadra dovrà fare, specie nei playoff, per non mancare nuovamente l’appuntamento con la fase delicata della stagione: “Una squadra che vuole puntare in alto non può basarsi solo sui suoi leader, sui giocatori più forti… c’è bisogno di tre-quattro linee complete che possano dare il loro contributo, in modo tale da sopperire a mancanze, naturali, dei giocatori più talentuosi”, ha spiegato.

Il campionato svizzero, ovviamente, non è la NHL ma il neo attaccante del Lugano ricorda con piacere le sei partite giocate con gli Anaheim Ducks - “ho giocato poco, ho segnato una rete contro Detroit anche se poi perdemmo 7-2 e ho potuto ammirare giocatori incredibili” - mentre un pizzico di dispiacere affiora quando si parla di nazionale: “L’anno scorso ho dovuto rifiutare la convocazione per recuperare da qualche problemino fisico e da lì non ho più avuto l’occasione di vestire la maglia della Svezia”.

Arrivato solo ieri a Lugano, Martensson ha potuto “subito apprezzare sia la città sia tutto il contesto che circonda questa squadra, un club professionale, serio. Ero stato alla Resega diversi anni fa, per un’amichevole, ed ero rimasto a bocca aperta estasiato dai tifosi bianconeri”, ha concluso.

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