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Huras e il titolo “ticinese”: “Metropolit doveva venire da noi, ora invece lo sfido per il successo”

Con il suo Ingolstadt, il coach canadese ex Lugano e Ambrì contenderà il campionato tedesco al Mannheim di “Glen”: "Aspettava una chiamata dalla KHL e così abbiamo acquistato un altro"
Ti-Press
Huras e il titolo “ticinese”: “Metropolit doveva venire da noi, ora invece lo sfido per il successo”
Con il suo Ingolstadt, il coach canadese ex Lugano e Ambrì contenderà il campionato tedesco al Mannheim di “Glen”: "Aspettava una chiamata dalla KHL e così abbiamo acquistato un altro"
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MANNHEIM (Germania) – Mannheim contro Ingolstadt. La finale della DEL, l'ultimo atto della massima serie tedesca di hockey (che scatterà il prossimo venerdì), “parlerà” anche un po' ticinese. Di fronte si trover...

MANNHEIM (Germania) – Mannheim contro Ingolstadt. La finale della DEL, l'ultimo atto della massima serie tedesca di hockey (che scatterà il prossimo venerdì), “parlerà” anche un po' ticinese. Di fronte si troveranno infatti, uno sul ghiaccio e uno in panchina, due vecchie conoscenze dell'hockey bianconero: Glen Metropolit e Larry Huras.

Il primo è stato uno dei punti di forza dell'Adler, squadra che ha vinto la regular season e che ha trionfato in otto delle nove partite di playoff disputate. Il secondo ha invece tentato di plasmare a sua immagine e somiglianza un team ambizioso il quale, terzo dopo la stagione regolare, ha faticato con l'Iserlohn (4-1) e poi strapazzato il Düsseldorf (4-1) tra quarti e semifinali di playoff.

“Sarà una bella sfida – è intervenuto proprio l'ex allenatore del Lugano (e dell'Ambrì) – Il primo obiettivo, il raggiungimento della finale, è stato raggiunto. Ora proveremo a rendere speciale questa stagione superando il Mannheim”.

Nel quale gioca un certo Metropolit...
“Vero. Ci sarà un pizzico di Ticino in questa serie. Glen è un amico, oltre che un grande professionista. Ha completato una grande stagione, sono molto felice di quanto ha fatto e del rendimento che ha avuto qui in Germania”.

A inizio anno pareva potesse raggiungerti a Ingolstadt...
“È vero. Con la società avevamo parlato con lui. Ci interessava molto. Alla prima proposta fattagli lui ha preso tempo: stava aspettando una chiamata dalla Russia, dalla KHL...”.

Poi...
“A un certo punto sono stato costretto a dargli un ultimatum. Lui ha voluto attendere ancora e così noi abbiamo virato su Brocklehurst. Che si è rivelato un acquisto azzeccatissimo”.

Dopo i tuoi mesi tedeschi puoi parlarci della DEL...
“È un bel campionato. Quel che più mi ha sorpreso è stata la difficoltà di alcuni match: non ci sono squadre deboli, team con i quali i punti sono sicuri. Questo dipende dalla possibilità di avere nove stranieri in rosa: questa scelta fa alzare molto il livello dell'hockey”.

È da “esportare”?
“No, non credo. Ci sono infatti anche delle controindicazioni: con tanti stranieri sul ghiaccio, i giovani tedeschi hanno infatti meno spazio. Per loro emergere è molto complicato”. 

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