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SOCHI 2014

Romy Eggimann a Sochi: "Non riesco a descrivere la gioia per la convocazione"

La ticinese delle Ladies farà parte della squadra olimpica che il prossimo mese rappresenterà la Svizzera in Russia
Keystone
Romy Eggimann a Sochi: "Non riesco a descrivere la gioia per la convocazione"
La ticinese delle Ladies farà parte della squadra olimpica che il prossimo mese rappresenterà la Svizzera in Russia
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LUGANO - Tale padre, tale figlia. Non c'è che dire, la famiglia Eggimann può gioirie nel mondo dell'hockey. Dopo Beat, otto stagioni a Lugano a cavallo fra gli anni '80 e '90 e vincitore di tre titoli svizzeri, anch...

LUGANO - Tale padre, tale figlia. Non c'è che dire, la famiglia Eggimann può gioirie nel mondo dell'hockey. Dopo Beat, otto stagioni a Lugano a cavallo fra gli anni '80 e '90 e vincitore di tre titoli svizzeri, anche la sua adorata Romy sta vivendo un momento importante della sua carriera. La 18enne, cresciuta nel Mendrisiotto e giocatrice delle Ladies, ha avuto l'onore di essere convocata alle Olimpiadi di Sochi con la nazionale femminile.

Romy, che effetto fa essere convocata per la prima volta per un appuntamento come le Olimpiadi?
“È sicuramente qualcosa di straordinario che non riesco a descrivere. È un’emozione grandissima, non sono mai stata a un’Olimpiade ma sentendo le esperienze altrui dev’essere qualcosa di grandioso. Non vedo l’ora di partire”.

Ti aspettavi la convocazione o è stata una sorpresa?
“È stata una sorpresa perchè sono stata sulle spine sino all'ultimo".

Qual è il vostro obiettivo?
“L’obiettivo è quello di vincere la sfida dei quarti di finale con la speranza perciò di giocarci una medaglia”.

Nicole Bullo, alla sua terza Olimpiade, è per te un esempio?
“Certamente, per me è una figura da seguire, guardo sempre come agisce e cerco di prendere spunti da lei. Averla come compagna è sicuramente qualcosa di grandioso”.

Come ti sei avvicinata all’hockey?
Sono praticamente nata sulla pista di ghiaccio. Mio papà è stato un grande giocatore, mio fratello giocava già. A tre anni mi hanno dato un bastone in mano e da lì è nato tutto. Non sono comunque mai stata costretta a praticare l’hockey, l’ho sempre fatto perché mi piace molto. I grandi sacrifici della mamma sono stati fondamentali per coltivare la mia passione".

Che consigli ti dà tuo papà Beat?
“I suoi consigli sono sempre preziosi. Mi aiuta soprattutto nei momenti difficili quando magari le cose non vanno come vorrei. Mi consiglia su come affrontare determinate situazioni sia sul ghiaccio che fuori. Cose piccole ma che sono molto importanti”.

Vai a scuola o lavori?
“Ho appena terminato la Scuola Professionale per sportivi d’élite a Tenero. Ora sto facendo la Maturità Professionale Commericale e nel frattempo lavoro in una fiduciaria”.

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