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PRO JUVENTUTEPretendere che siano altri ad educare

27.02.14 - 07:00
Quando non si riesce a gestire l'educazione dei propri figli
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Pretendere che siano altri ad educare
Quando non si riesce a gestire l'educazione dei propri figli

Chi si deve prendere cura dei nostri ragazzi? La domanda sembra scontata: ognuno e tutti, ovviamente. A volte, però, sembrerebbe che questo tipo di messaggio fatichi a passare. Succede che a volte una famiglia – vuoi per il sovraccarico di impegni, vuoi per l'incapacità di relazionare in maniera efficace e duratura, vuoi per altri motivi – deleghi letteralmente l'educazione dei propri ragazzi a istituzioni terze. E, sempre a volte – sembra sorprendente, ma è così – questa pratica si trasforma quasi in una pretesa. Detto in altri termini: non ce la faccio a gestire mio figlio o mia figlia, allora delego questa responsabilità ad altri.

Lungi da me l'idea di redarguire quelle famiglie che non ce la fanno, per moltissimi e validissimi motivi, a seguire i propri ragazzi; ciò non di meno, l'educazione è qualcosa di privato e di collettivo ad un tempo. Se da una parte una famiglia che non riesce a star dietro al proprio figlio è da sostenere con una serie di misure pensate e realizzate ad hoc, dall'altra non si può nemmeno pretendere che la collettività si accolli delle responsabilità che strictu sensu non le competono (o che non le dovrebbero competere). Dove sta, allora, la quadratura del cerchio? Come sempre la risposta la deve trovare ognuno di noi dando seguito a questo interrogativo: che educazione vogliamo per i nostri ragazzi?

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