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PRO JUVENTUTEImparare a memoria? «Non serve, tanto c'è Google»

03.11.16 - 06:00
Le nuove tecnologie però non possono sollevarci dalla fatica di pensare
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Imparare a memoria? «Non serve, tanto c'è Google»
Le nuove tecnologie però non possono sollevarci dalla fatica di pensare

È di qualche giorno fa la notizia che due genitori, seduti sul seggiolino di un convoglio ferroviario, erano impegnati a discutere sull'opportunità o meno che i propri figli apprendessero a memoria delle nozioni scolastiche legate alla geografia. L'obiezione era del tipo – se non ricordo male: «perché? tanto c'è Google… Se mio figlio deve sapere quali sono i fiumi del Ticino basta andare su Google».

In un certo senso è vero: il motore di ricerca ci ha abituati a non cercare più e a riflettere in modo diverso da quanto abbiamo fatto fino ad oggi. C'èperò un problema che gli algoritmi di Google non riescono ancora a risolvere, problema che è generato dalla difficoltà di saper collegare, mettere insieme, relazionare delle informazioni che, apparentemente, non sono attinenti l'una con le altre. Attenzione, quindi…

Certo, le nuove tecnologie sono indispensabili (molto probabilmente, ma non assolutamente) per poter vivere una vita al passo con i tempi (ammesso e non concesso di volerlo davvero, ma questo è un altro problema). Ma le nuove tecnologie non possono sollevarci dalla fatica (e dal piacere) di pensare. Venga pure Google ma insegniamo ai nostri ragazzi a gestire le incertezze che la vita ci offre e che altro non sono che occasioni per crescere e per vivere, facendo anche uso dell'intelligenza in quel modo.

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