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PRO JUVENTUTECosa vuoi fare da grande?

11.02.16 - 06:00
I nostri ragazzi sanno ancora immaginare il proprio futuro?
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Cosa vuoi fare da grande?
I nostri ragazzi sanno ancora immaginare il proprio futuro?
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Cosa vuoi fare da grande? Questa domanda ci è stata formulata decine di volte quando eravamo ragazzini. In un certo senso era bello sentire queste parole: scattava immediatamente qualcosa, ci si immaginava di essere calciatori, medici, piloti di formula uno, poliziotti, camionisti (trax compreso) e via dicendo. In un certo senso si sognava e ci si proiettava – in mezzo a mille ingenuità – nel futuro.

Questi modelli, però, erano reali, esistevano attorno ai più piccoli e su di loro avevano degli effetti in un modo o nell'altro, concreti. C'era, detto altrimenti, la possibilità di costruirsi una prospettiva ideale. Forse oggi questo è venuto un po' a mancare: il fatto di potersi immaginare fra sei, dodici mesi, uno, due o cinque anni è difficile, o forse impossibile (ammesso e non concesso che abbia ancora un senso, e io credo che ce l'abbia). Questa capacità, oggi forse più rara nei giovani, permetteva di muovere (o tentare di muovere) dei passi, incerti quanto si vuole, verso il futuro e il fallimento di un'esperienza, prima di essere dichiarato e accettato, doveva essere reale, certo, comprovato. Il mondo di ieri non è ovviamente quello di oggi; la capacità invece di sapersi immaginare nel proprio futuro è e rimane un elemento fondamentale nello sviluppo di profili di personalità solidi ed equilibrati. Parliamo quindi pure di performance, di elasticità, di flessibilità e via dicendo, ma stiamo attenti a non dimenticare che l'esperienza della continuità gioca un ruolo fondamentale in educazione.

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