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PRO JUVENTUTEAnche il tempo dei ragazzi è denaro?

05.11.15 - 06:00
Quando la carriera scolastica viene prima delle relazioni sociali
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Anche il tempo dei ragazzi è denaro?
Quando la carriera scolastica viene prima delle relazioni sociali
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Sono le otto del mattino e mi trovo, per un'attività, ad entrare in una scuola. Vedo un ragazzino un po' a sbalzo, il quale, rintracciata la mia disponibilità, mi viene incontro e mi chiede dove si trova una specifica aula. Lo accompagno e ne approfitto per scambiare due chiacchiere. Da dove vieni? Da Luino. A che ora ti sei alzato? Alle quattro, ho viaggiato con mio padre e poi ho dormito un po' in auto. Questo fatto non rappresenta un'eccezione. C'è chi vede in tutto ciò delle opportunità (e probabilmente è anche vero) ma è innegabile che il sottoporre a questi tour de force dei ragazzini (che sono poco più che bambini) porta con sé qualche interrogativo, e non di poco conto.

Non so, ma a me non suona bene il fatto di sentire che un giovane, per imparare un mestiere, deve mettere sul piatto così tanto al punto tale da dover sacrificare molto altro. Infatti, il suo processo di crescita è fatto anche di relazioni con le persone e con le cose, di uscite in compagnia, di momenti di dopo lavoro passati sulla piazza del paese prima di andare a casa e via dicendo. Tutto ciò non è solo auspicabile, ma necessario per uno sviluppo equilibrato e per un sano consolidamento delle capacità di rapportarsi agli altri e alle cose. Ma, mi chiedo, con ritmi di questo genere tutto ciò sarà possibile? No? E allora qual è il prezzo da pagare – e fino a che punto ne vale veramente la pena - se si vuole stare al passo con i tempi, un passo non di marcia ma di corsa, fatto di formazioni, aggiornamenti, approfondimenti di vario tipo e altro ancora?

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