LUGANOPresi per il naso

Dagli acquisti settimanali per riempire scaffali e frigorifero, allo shopping che si fa durante il periodo natalizio: insomma, per grandi magazzini andiamo spesso. E chissà, magari a tutti è già capitato di entrare in un negozio e di sentirsi avvolto da un piacevole profumo presente nell’aria. Senza nemmeno rendersene conto!

Come l’odore del talco ci riporta all’infanzia e l’odore della torta di mele alla casa, allo stesso modo le grandi case di vendita hanno “costruito” il proprio profumo caratteristico, un logo olfattivo che può anche essere diffuso in ambienti. Il marketing olfattivo si basa sul concetto “Sell with smell”. Lo scopo è l’uso dei profumi per marchiare un prodotto, per imprimerlo nella mente del consumatore oppure per fare in modo che generi in lui delle sensazioni positive.

Delle catene di vendita di apparecchi elettronici per esempio, diffondono nei propri negozi un aroma di vaniglia e mandarino che dovrebbe trattenere più a lungo i clienti nel negozio. Ricreare un ambiente accogliente e famigliare fa sentire a proprio agio il consumatore, che probabilmente spenderà anche di più. Oppure si può indurre all’acquisto di un’automobile usata cospargendola con un particolare odore. Alcuni venditori di automobili di seconda mano utilizzano uno spray al profumo di “auto nuova”, un misto cuoio/plastica, che tranquillizza il cliente anche nella più sgangherata delle auto.

Insomma, lo sappiamo, la dispersione dell’aroma del caffè ci fa venir voglia di fare una tappa al bar e la fragranza di pane fresco ci conduce spontaneamente a incamminarci verso il reparto alimentari.

Ma come mai dei semplici odori hanno tutto questo effetto su di noi? L’olfatto è un senso strettamente collegato al sistema limbico nel nostro cervello, area che gioca un ruolo fondamentale nell’elaborazione dei ricordi, delle emozioni e del piacere. Insomma gli odori lasciano una traccia nel nostro cervello e alcuni esperti di marketing ora cercano di ricalcarla facendoci annusare le sensazioni che l’hanno creata. Quindi la pubblicità non è tutto suoni e immagini… anche il naso c’entra!

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L’ideatorio-USI