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L'accusa arriva dal sindacato che svela un sistema di pressioni sul personale «vergognoso e perfido»
ZURIGO - Il sindacato svizzero dei piloti Aeropers accusa i vertici della tedesca Airberlin di esercitare una pressione enorme sui dipendenti della controllata elvetica Belair, costringendo in pratica il personale a presentarsi al lavoro anche malato.
Il piano sociale volontario presentato da Airberlin prevede - invece della garanzia di impiego fino a marzo 2018 inizialmente promessa - un compenso pari a sei stipendi mensili al momento della cessazione dell'attività di Belair, prevista a fine ottobre.
Questo versamento è però legato «in modo perfido» - scrive Aeropers in un comunicato - con lo stato di salute degli impiegati: se infatti il personale presenterà più giorni di assenza per malattia rispetto ai corrispondenti mesi del 2016 non vi sarà alcun compenso, per nessuno.
I dipendenti di Belair sono così sottoposti a un'enorme pressione, che comporta anche una chiara messa in pericolo della sicurezza aerea, sostiene il direttore di Aeropers Henning Hoffmann, citato nella nota. «Nessuno vorrà assumersi la colpa di far saltare il piano sociale perché è malato».
Aeropers non esita a definire «vergognoso» il modo di agire di Airberlin. Da parte sua la compagnia, contattata dall'ats, non ha voluto prendere posizione sulle accuse, limitandosi a dire che è in contatto con i lavoratori e con i loro rappresentanti in Svizzera e in Germania. L'aviolinea non ha nemmeno desiderato commentare i dettagli del piano sociale.
Un mese fa i dipendenti di Belair erano ancora 285. Sono ora una sessantina in meno a causa delle partenze dovute all'annunciata liquidazione. Nel 2016 Belair è stata la sola filiale di Airberlin - gruppo che si trova in gravi difficoltà finanziarie - a chiudere l'esercizio in attivo.
