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REGNO UNITOCameron attacca Corbyn: "Amico dei terroristi"

07.10.15 - 20:25
Il premier approfitta dell'assise di Manchester per sparare a zero sul nuovo capofila dell'opposizione
Cameron attacca Corbyn: "Amico dei terroristi"
Il premier approfitta dell'assise di Manchester per sparare a zero sul nuovo capofila dell'opposizione

MANCHESTER - Un colpo a Jeremy Corbyn e alla sinistra pacifista e anti-austerity che ha preso la guida del Labour. Ma un colpo anche alla platea del Partito Conservatore, rianimata in extremis a conclusione di un congresso per larghi tratti sonnolento.

David Cameron approfitta dell'assise di Manchester per sparare a zero sul nuovo capofila dell'opposizione, liquidato addirittura come un amico "dei terroristi" e quasi come un traditore della patria, nel tentativo - per nulla nascosto - di tagliargli l'erba sotto i piedi per occupare quello spazio al centro che la svolta radicale dei Laburisti potrebbe lasciare scoperto.

La strategia del premier britannico prende forma dal palco con un discorso a doppia faccia. Da un lato quella dell'uomo di governo rassicurante, che promette di dare risposte anche ai problemi sociali denunciati da Corbyn, ma escludendo lo spauracchio di ricette 'estremiste'. Dall'altro quella del 'condottiero'pronto a mirare, se serve, sotto la cintura.

Ed è proprio questo il momento in cui i delegati si risvegliano nell'ovazione di rito. Corbyn - tuona Cameron fra gli applausi del pubblico Tory - "è una minaccia alla sicurezza nazionale, un simpatizzante dei terroristi" che "odia la Gran Bretagna". Parole inusuali per un primo ministro di Sua Maestà, ben al di là del secolare galateo istituzionale fra governo e opposizione nel Regno Unito.

Per giustificare tanta asprezza, si rispolvera una vecchia dichiarazione con cui il rivale, allora semplice deputato, definì "una tragedia" l'uccisione di Osama Bin Laden. Omettendo di dire che per Corbyn la tragedia era in effetti che il capo di Al Qaida non fosse stato catturato e processato.

Ma al di là della forzatura polemica, la critica alle posizioni pacifiste e anti-Nato del successore di Ed Miliband non manca di argomenti, almeno agli occhi di settori consistenti dell'opinione pubblica britannica: laburisti 'moderati'inclusi. Tanto che lo staff di Corbyn questa volta è costretto a ribattere a stretto giro. David Cameron è "nel panico" e si lascia andare "all'attacco personale", prova a reagire un portavoce, accusando il premier conservatore di aver "perso la testa" e il suo aplomb di fronte a un Labour "rivitalizzato".

Al netto di questo rovente botta-e-risposta, Cameron gioca del resto altre carte. Invoca un 'conservatorismo compassionevole', presentando il suo come il vero "partito dei lavoratori", impegnato non solo a tagliare tasse e welfare, ma a offrire opportunità e persino a sanare le diseguaglianze (che riconosce come reali a dispetto della ripresa del Pil).

Di concreto offre comunque solo l'aumento graduale a 9 sterline l'ora - già annunciato dal cancelliere dello Scacchiere, George Osborne - del salario minimo. Oltre alla promessa di 200.000 alloggi per far fronte a un mercato immobiliare impazzito.

Quanto all'Europa, Cameron tenta di tenere a bada i tanti euroscettici del suo partito giurando di non avere alcun "attaccamento romantico all'Ue o alle sue istituzioni" e di voler condurre un negoziato duro con Bruxelles prima del referendum. Al contempo evita però di scontentare il mondo del business, contrarissimo a un'ipotetica Brexit, difendendo l'idea del matrimonio "d'interesse".

Infine, in tema di successione al vertice dei Tory, riserva l'onore della citazione al fidato Osborne, suo alter ego e 'delfino' naturale, senza dimenticare il molto meno fidato (ma popolare) sindaco di Londra, Boris Johnson. Mentre ignora ostentatamente il ministro dell'Interno Theresa May, pasionaria anti-immigrazione in seno al suo stesso governo: i cui strali, accolti dal plauso dei tabloid di destra, nessuno a Manchester contesta d'altronde apertamente.

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