Il caso di Bremgarten nel 2013 fece gridare allo scandalo. Oggi a Bornheim (D) si è deciso di proibire l'accesso ai richiedenti asilo dopo episodi poco edificanti accaduti all'interno della struttura
BERLINO - Quando, nell'estate del 2013, le autorità comunali di Bremgarten (AG) vietarono l'ingresso alla piscina pubblica comunale ai richiedenti asilo, la stampa internazionale gridò allo scandalo.
Furono soprattutto i media tedeschi a dare ampio spazio al caso, mentre il quotidiano inglese "Indipendent" parlò addirittura di "apartheid".
Sono passati due anni e mezzo e dalla Germania, e più precisamente da Bornheim, cittadina di 50.000 abitanti della Renania Settentrionale-Vestfalia, giunge la notizia della decisione di proibire l'accesso alla piscina pubblica comunale.
La misura è stata presa a seguito di minacce verbali, pesanti avances e gesti censurabili da parte di richiedenti asilo uomini nei confronti di donne che si sarebbero verificate all'interno della struttura.
La direzione del bagno pubblico "HallenFreizeitBad" al quotidiano coloniese "Express" che "si tratta esclusivamente di attacchi verbali", ma che tuttavia "è stato necessario agire".
Il divieto è immediato e riguarda tutti i profughi maggiorenni di sesso maschile. A Bornheim vi è un centro d'accoglienza che ospita 300 richiedenti asilo.
Nella cittadina della Renania Settentrionale la situazione è molto tesa. Settimana scorsa in una strada della città, un richiedente asilo 18enne si è avvicinato ad una 54enne che stava camminando da sola e poi l'ha molestata. Il giovane, mentre la palpeggiava, ha cercato di baciarla. Le urla della donna hanno attirato l'attirato l'attenzione di una coppia di coniugi che, alla vista della scena, è intervenuta, evitando che la situazione degenerasse. Il 18enne è stato preso in consegna dalla polizia.