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ITALIALa difesa di Schettino: "Né farfallone, né corsaro nero"

05.02.15 - 16:20
"In questo processo andiamo avanti coi contorni e il piatto principale, invece, lo ignoriamo", ha detto il suo avvocato
La difesa di Schettino: "Né farfallone, né corsaro nero"
"In questo processo andiamo avanti coi contorni e il piatto principale, invece, lo ignoriamo", ha detto il suo avvocato

GROSSETO - Francesco Schettino "non è, come invece lo ha voluto tratteggiare il pubblico ministero, un farfallone che per far gustare il dessert della signorina (la moldava Domnica, ndr.) con cui cenò, fermò la nave per lei, le mise la nave a disposizione", né "è un pirata, un corsaro nero, che volle decidere di dare l'assalto all'isola del Giglio. La manovra era stata tutta programmata prima della cena e c'erano dei tempi da rispettare". Lo ha detto il difensore di Schettino, l'avvocato Donato Laino, nella sua arringa respingendo alcune accuse del pubblico ministero (pm) e, riguardo alla moldava Domnica Cemortan, chiamandola sempre "signorina" e mai per nome.

Schettino, ha detto il difensore, "non è un pazzo che va girando per i mari a cercare scogli da evitare". Invece la procura "pezzo per pezzo costruisce la convinzione che sia così", "inizia a creare una sua condotta" unendo "la telefonata a Palombo, la mappa usata da Canessa, le testimonianze di Ambrosio e Coronica, e anche Ursino. Attraverso tutto questo materiale crea il convincimento che la colpa sia solo di Schettino, individua la colpa grave, la previsione dell'evento, tutte ipotesi di scuola classiche che non trovano evidenza nel nostro Vdr", che è la "scatola nera" della nave.

"Evidenze che non sono riscontrate", ha aggiunto. "C'è disorganicità con cui il pm rappresenta l'azione del nostro assistito - ha aggiunto Laino sostenendo che la 'scatola nera' dà delle ragioni a Schettino -. Le indagini a 360 gradi hanno il piatto forte nel Vdr e le testimonianze e sono i contorni. In questo processo andiamo avanti coi contorni e il piatto principale, invece, lo ignoriamo".

Ats Ans

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