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Il cantante spiega di che cosa parla il nuovo singolo, sul mercato da oggi
MILANO - Esce oggi, venerdì 21 dicembre, l’attesissimo nuovo singolo di Marco Mengoni, «Guerriero». Il cantante lo ha presentato con un’originale lezione all’Università Statale di Milano accanto al docente di sociologia Federico Boni e ad Andrea Rosi, presidente della sua casa discografica, la Sony. Marco non ha cantato, ma ha spiegato come la musica sta cambiando nell’era digitale. E ha parlato del suo album, che uscirà a gennaio.
«Chi è il Guerriero? Ho sempre sognato di avere qualcuno accanto a me che mi facesse vedere la strada da scegliere. Ringrazio Fortunato Zampaglione che ha scritto con me questo meraviglioso pezzo», ha spiegato agli studenti.
«Mi sono rivisto da piccolo, ero sempre alla ricerca di una forza che potesse indicarmi la strada più giusta. Il guerriero è quella forza, la tua coscienza, la tua anima. Come sempre, anche “Guerriero” è nata prima di tutto da un mio disegno. Non so far altro che aiutarmi con le immagini», ha aggiunto.
Il nuovo progetto artistico di Marco segna un cambiamento rispetto al passato. «La mia casa discografica mi ha lasciato realizzare tutte le idee che avevo. Sono un perfezionista, sto in studio dalla mattina alla sera a cambiare ogni minima cosa», ha raccontato, per poi ammettere: «Avevo paura di presentare il nuovo lavoro e anche l'eventuale cambiamento. Ho paura e credo sia normale. Ho voluto far ascoltare “Guerriero” prima ai miei fan, a chi crede in me e mi ha permesso di arrivare fino a qui, prima che agli addetti ai lavoro. Per condividere con loro. Per togliermi l’angoscia. Sì, è piaciuto».
Non è mancato un aggiornamento sul nuovo album. «Sarà diviso in due parti perché volevo restare al passo con i tempi, creando un modo diverso di parlare con il mio pubblico. Sono nati moltissimi pezzi che piano piano si sono evoluti. Alcuni sono pronti (quasi), altri stanno ancora mutando», ha ribadito.
«Non so ancora come saranno i live – ha concluso -. Ho già pronto il palco del tour e sto aspettando che il light designer mi aiuti a pensare alle luci. Ma l’unica certezza è che (spero) ci sarò io!».
