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TICINONiente terra, solo acqua: e l'orto si fa in salotto

28.04.16 - 06:36
Nasce a Bellinzona il progetto di un sistema autosufficiente che renderà l'idrocoltura alla portata di chiunque: e adatta a qualsiasi spazio
Patrick Rota
Niente terra, solo acqua: e l'orto si fa in salotto
Nasce a Bellinzona il progetto di un sistema autosufficiente che renderà l'idrocoltura alla portata di chiunque: e adatta a qualsiasi spazio

BELLINZONA - L'idea, la visione anzi, è giunta in mezzo ai grattacieli di Hong Kong: quando e dove diventa inevitabile riflettere sulla sovrappopolazione; la concentrazione alta di persone in pochi metri quadri, la carenza di aree verdi, il cibo coltivato che viene da lontano. Utopia pensare di poter da soli risolvere un problema così grosso e grave: ma perché non provare almeno a dare un contributo piccolo, pensava Patrick Rota all'epoca, ingegnere elettronico in viaggio per il mondo.

Il sogno: riportare l'agricoltura in mezzo alla città - Oggi, 38 anni compiuti, è tornato a Bellinzona. Non sogna di cambiare la realtà: ma di aiutarla sì, con la sua intuizione. Persino ovvia, sulla carta. «Riportare la produzione agricola vicino all'uomo: e in città, se serve», ragiona Patrick mentre si rammarica di una generazione che ha perso ormai «le conoscenze che erano dei nostri nonni; le competenze, le capacità». Far crescere in casa l'insalata e i pomodori, il basilico e le fragole: anche là dove la terra manca, non c'è spazio né giardino. Per questo in fondo nasce la coltivazione fuori suolo, o idroponica: che vede le piante irrobustirsi a partir da un seme dentro l'acqua. Senza necessità di pesticidi, fertilizzanti, contaminazioni chimiche poco salutari.

Un computer per tornare a fare come i nostri nonni - Niente di più facile: e al contempo di difficile realizzazione. Patrick e il suo team, sei persone riunite sotto il marchio di Swissponic, hanno così ideato un dispositivo utile a rendere la "coltivazione domestica" alla portata di chiunque: un piccolo computer che monitora l'habitat delle piante, favorisce le migliori condizioni perché il raccolto, pur modesto com'è quello a uso personale, sia il più florido possibile. 

Fare di un hobby una professione: «O la va o la spacca» - «Ci penso dal 2008, nel 2013 ho cominciato a dedicarmici a tempo perso; e lo scorso anno, assieme a un collega, ho lasciato il mio lavoro - racconta Patrick - Perché funziona così: se ci credi davvero, prima o poi non puoi fare a meno di buttarti. Ti dici: "O la va o la spacca". E se anche solo riuscissi a fare del mio hobby la mia professione, sarebbe già un risultato di cui andare fieri». L'obiettivo però, non lo nasconde, è più lungimirante. «Confesso: mi piacerebbe aiutare il mondo a migliorar se stesso».

In arrivo una linea per la coltivazione urbana domestica - Ecco così che locuzioni semivuote e abusate come "alimentazione sostenibile", "chilometro zero", "fattoria urbana" acquistano di senso e forma: quella di una scatoletta che è un cervello adatto a controllare i paramenti di vita di una pianta. Per ora è in fase di prevendita una versione professionale, al prezzo non esattamente accessibile di 699 franchi. «Abbiamo lanciato una centralina di controllo dedicata agli specialisti, che sarà in commercio in estate. Ma stiamo lavorando a qualcosa di più largo consumo. Già il prossimo anno potrebbe arrivare sul mercato il primo prodotto di una linea per la coltivazione urbana pensata per i profani».

Addio terra: e tutte le sue complicazioni - Un sistema autosufficiente, che regola la temperatura dell'acqua, il ph, la luce necessaria a seconda delle condizioni atmosferiche della giornata; legge, corregge, segnala allo smartphone i numeri giusti o sbagliati. «Basta una vasca d'acqua, dentro cui diluire i nutrienti: senza tutte le complicazioni che la terra comporta. Al resto pensa Swissponic, che è anche un grande database: offre la "ricetta" giusta per coltivare bene ciò che ti interessa, a partire da un comune seme acquistato in un fai-da-te. Insalate, pomodori, zucchine, melanzane».

Un oggetto di design: bello da stare perfino in salotto - Il design non è ancora definitivo: ma di design è giusto parlare, perché aspira a essere così elegante da poter essere in teoria sfoggiato perfino in salotto, alla stregua di un acquario con i pesci. Si ipotizza una dimensione massima 50x50, altezza variabile a seconda del tipo di coltura; interfaccia moderna, senza display a distrarre l'attenzione: le informazioni arrivano direttamente sul telefonino. «Vogliamo che sia bello: e che possa stare ovunque». A quel punto è vero che «il nostro focus sono le metropoli del mondo. Asia, Nord America; Berlino magari, o Milano». Ma perché non un bell'appartamento di lusso in quel di Lugano, dove l'orto personale non è proprio cosa per tutti. 

 

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COMMENTI
 

ugobos 7 anni fa su tio
hahah l idroponico è una buffonata. i nutrienti derivano dal petrolio. e poi non hanno gusto e fanno male. come fare una soletta di botume senza il ferro. qua uguale. sempre più problemi di salute. i costi aumentano e nessuno si chiede il vero motivo? provate a mettere la benza sbagliata nell auto e vedete che succede. noi siamo uguali. se non mangi sano finisci male

Shion 7 anni fa su tio
Ma i nutrienti da procurarsi? E sono ecologici anche quelli?
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