Cerca e trova immobili

CANTONEQuando il crowdfunding è roba per ricchi

29.12.14 - 06:05
Una colletta per finanziare palazzi di lusso: già sperimentato negli Usa, il crowdfunding immobiliare arriva per la per la prima volta in Svizzera, a Lugano
Augusto Vecchi al centro
Quando il crowdfunding è roba per ricchi
Una colletta per finanziare palazzi di lusso: già sperimentato negli Usa, il crowdfunding immobiliare arriva per la per la prima volta in Svizzera, a Lugano

LUGANO - Il crowdfunding? Mica roba solo per poveracci, costretti a racimolare spicciolo dopo spicciolo, grazie alla micro generosità di donatori sconosciuti, quella somma tutt’altro che proibitiva e necessaria a realizzare un piccolo sogno. Un fenomeno sociale, sempre più diffuso di pari passo al crescere di internet, che oggi testa le sue potenzialità nel settore immobiliare: là dove le cifre sono da capogiro e i finanziatori aspirano a diventare non sponsor a perdere, ma veri e propri investitori che mirano a raddoppiare, nel giro di pochi anni, l’importo messo a disposizione.

Dall'America alla Svizzera - Già praticata con successo negli Stati Uniti, primi a testarne con successo le potenzialità, la formula approda ora per la prima volta in Svizzera: a Lugano, dove il ceo della società editoriale Abacus ha lavorato negli scorsi mesi per inaugurare Swiss Crowd, «la prima piattaforma di crowdfunding immobiliare della Svizzera».

I primi progetti - Tre i progetti con cui si inaugura il portale: la Perla del Ticino, un palazzo di lusso al centro di Lugano di cui si finanzierà un attico per 3 milioni di franchi; la Residenza Miramonti a Courmayeur, venti alloggi ai piedi del Monte Bianco per 15 milioni di euro, e lo yatch Maria Teresa a Monte Carlo, 3,4 milioni di euro. Ma altre proposte sono già in attesa: come il porto turistico di Sarzana, 18 milioni di euro, o altri immobili in Ticino.

Nessun limite - «Partiamo con il Ticino, l’Italia e Monaco per sondare l’interesse internazionale – spiega Vecchi, già imprenditore in ambito culturale, dell’alimentazione e, ora, del real estate – Ma i criteri di accettazione di un progetto non prevedono limiti geografici: quel che conta è la redditività dell’investimento, che porta nelle tasche del finanziatore una somma che non scende mai al di sotto del 6% e può arrivare fino all’80%». Non esistono nemmeno importi massimi da non sforare, anche se «più sono elevati, meno sarà semplice raccogliere la somma necessaria. Si tratta di attrarre investitori di alto profilo».

Venti investitori di alto profilo - La legge svizzera, infatti, impone che la raccolta di fondi collettivi non possa annoverare più di venti persone per un unico progetto. Che diventa una forma di investimento remunerativo per il privato e una concreta alternativa alle banche per il costruttore: realizzato al fine di rivenderlo, poi, a un acquirente che farà lievitare il guadagno di chi ha anticipato la somma necessaria a farlo venire alla luce.

Comprare sulla carta per guadagnare - Fra i lavori più celebri, e più onerosi, ecco il grattacielo Agata di Bogotà, Colombia: 66 piani con appartamenti, hotel, negozi e uffici che hanno richiesto la partecipazione di 3500 investitori e 200 milioni di dollari. Pienamente operativo nel 2015, si spera possa attrarre almeno 12mila visitatori al giorno. «Il principio alla base è comprare sulla carta, pagare gli stati di avanzamento e capitalizzare, in questo modo, in maniera davvero proficua».

Il ruolo di Swiss Crowd - I contatti con un circuito di finanziatori internazionali sono già attivi: «Il nostro intento e compito è offrire un servizio. Non raccoglieremo direttamente denaro: la formula sarà quella dell’opzione di interesse. Una volta raggiunto il round, nell’arco di circa tre mesi, gli investitori saranno convocati davanti a un notaio per la stipula dell’atto, che prevede l’ipoteca della quota impegnata. La piattaforma Swiss Crowd guadagnerà il 5% della raccolta: se non andrà a buon fine, nulla sarà dovuto».

Una partnership americana - In caso contrario, anche i profitti saranno da vertigine: il residence a Courmayeur, solo per fare un esempio, sarà venduto al doppio della cifra necessaria al suo completamento. «Sarebbe interessante trovare partner americani interessati all’Europa – conclude Vecchi - così da creare una sinergia che acceleri lo sviluppo del crowdfunding immobiliare in Svizzera».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE