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PONTE TRESA

Che fatica essere talenti hi-tech qui in Ticino

La storia di Junior Bontognali, 27 anni, pioniere del mobile in un mercato "troppo lento" e oggi sviluppatore di un app che l’America potrebbe "rubare" alla Svizzera
Che fatica essere talenti hi-tech qui in Ticino
La storia di Junior Bontognali, 27 anni, pioniere del mobile in un mercato "troppo lento" e oggi sviluppatore di un app che l’America potrebbe "rubare" alla Svizzera
PONTE TRESA - Nemo propheta in patria: ma se si tratta di tecnologia, il Ticino non è certo in testa alla classifica dei luoghi dove sperare di nascere. Junior Bontognali da Ponte Tresa, 27 anni, è fulgido esempio delle diffic...

PONTE TRESA - Nemo propheta in patria: ma se si tratta di tecnologia, il Ticino non è certo in testa alla classifica dei luoghi dove sperare di nascere. Junior Bontognali da Ponte Tresa, 27 anni, è fulgido esempio delle difficoltà a sfondare in un territorio che, a dispetto degli sforzi, resta sempre indietro. Primo proprietario ticinese del primo iPhone "quando qui ancora non si capiva cos’era: due mesi dopo io ce l’avevo fatto arrivare dagli Usa"; primo sviluppatore mobile "per una piccola azienda locale" in un mercato però "troppo lento: con Zurigo il gap è evidente, con Losanna il ritardo è di almeno tre anni, per non parlare di quello che accade oltreconfine", nel 2010, in tasca la sua laurea in computer science conseguita nel 2008 alla Supsi, ha dovuto trasferirsi a Londra per trovare quello che cercava: e che qui era ancora di là da venire. "Sono partito con già la certezza di un lavoro. L’avevo trovato via remoto: cose che qui erano impensabili. Sono stato selezionato via Skype".

La prima App pluripremiata - Un anno alla Portable Pixel, società pioneristica nei digital media dove contribuì a realizzare Audi Magazine Uk, app pluripremiata per "contenuti, tipo di interattività, animazioni, video, che l’anno scorso era ancora tra le migliori dieci applicazioni del mondo". Poi il ritorno in Svizzera, "per amore": nonostante il ricordo dei problemi di dialogo con i suoi interlocutori. "Difficile riuscire a spiegarsi. Parlavamo due linguaggi diversi. Ai colloqui mi sentivo dire che il mobile era il futuro. Invece era il presente, e io lo sapevo. Adesso, con gli iWatch, ormai è il passato. Porte aperte ne ho trovate poche: il mio curriculum così ricco e i costi che rappresentavo per le aziende sono stati un ostacolo".

Il presente è già vecchio - Oggi lavora per la Vilea, spin-off del Politecnico di Zurigo che annovera fra i suoi clienti  anche Swiss. "Sviluppo soluzioni personalizzate per le aziende. Sugli iPad del maître de cabine di Swiss, per esempio, c’è la nostra app". Ma Junior, origini per metà brasiliane, è abituato a guardare lontano e volare sempre un po’ più in alto. "Sicuramente rimarrò lì fino a dicembre. Poi voglio dedicarmi al mio progetto".

Quali vantaggi dai bitcoin - Si chiama Pockety e non se ne prende tutti i meriti. "Con me ci sono anche Francesco Durbin, mio compagno d’università, e Marco Stegmaier. Tutto è nato da una riflessione sulla potenzialità enorme dei bitcoin. Oggi, però, il vantaggio di pagare con il cellulare o con moneta virtuale non c’è. Ci siamo chiesti quale incentivo potesse incoraggiarne la diffusione". Ecco dunque Pockety: perché anche le cose grandi possono stare in una tasca, alla stregua di un telefonino. Un sistema che mette in contatto diretto venditore e cliente, mantiene traccia degli acquisti, supera le fidelizzazioni tramite antiquate raccolte punti e adotta programmi fedeltà basati su un sistema di microgeolocalizzazione e notifiche individuali. "L’app sa dove ti trovi, che tipo di consumatore sei, che cosa potrebbe interessarti nei dintorni e te lo offre in saldo personalizzato. Stiamo studiando anche dei Loyalty program".

Il Ticino: troppo indietro - Troppo arcano per essere apprezzato? In effetti il Ticino non l’ha capito come poteva, relegandolo al quinto posto su cinque nella finale di Startups.ch Award 2014, lo scorso mese. Ma il progetto ha già trovato un incubatore a Berna, BaseCamp4HighTech, sta per essere finanziato con equity crowdfunding dalla piattaforma di Ginevra BeeInvested.ch e potrebbe addirittura trasferirsi in America, dove è stato manifestato forte interesse. Se i dettagli restano così fumosi, non è per inconsistenza dell’idea ma perché "c’è un brevetto in cantiere". Il prototipo dovrebbe essere pronto a giugno, almeno "nelle sue funzioni di base". Il grande pubblico dovrà attendere gennaio 2016. "Sempre che rimaniamo in Svizzera. Magari saremo già altrove. Magari a San Francisco". 

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