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STATI UNITIArmato in ascensore con Obama. Si dimette il capo del Secret Service

01.10.14 - 18:45
Nuova falla per la sicurezza del Presidente
Foto Keystone
Armato in ascensore con Obama. Si dimette il capo del Secret Service
Nuova falla per la sicurezza del Presidente

WASHINGTON - Ormai piove sul bagnato per la reputazione del Secret Service, il corpo d'elite, un tempo considerato mitico, incaricato della sicurezza del presidente degli Stati Uniti e della sua famiglia: dopo l'incredibile vicenda dell'intruso armato di coltello arrivato fin nel cuore della Casa Bianca, ora viene fuori che il 16 settembre gli agenti dell'agenzia hanno inconsapevolmente consentito che un pregiudicato, armato di pistola, entrasse in un ascensore con Barack Obama, nel corso di una visita a Atlanta.

Si tratta di un nuovo, grave episodio che rilancia interrogativi sempre più inquietanti riguardo alla sicurezza dell'uomo più potente del mondo, e che evidenzia violazioni anche dei più basilari protocolli del Secret Service.

 

Secondo quanto ha appreso il Washington Post, gli agenti al seguito del presidente si sono accorti solo per caso dell'intruso nell'ascensore, che era un contractor della sicurezza impiegato dal Centro per il controllo e prevenzione delle malattie, nella cui sede Obama quel giorno era in visita per essere aggiornato sul contrasto al virus dell'ebola. L'uomo si comportava in maniera strana, continuava a filmare il presidente con il suo telefonino, nonostante gli fosse stato ordinato di smetterla. Così, quando Obama è uscito dall'ascensore, gli agenti del Secret Service lo hanno fermato e interrogato, e facendo un semplice controllo sul loro database hanno scoperto che aveva avuto ben tre condanne per aggressione e percosse.

 

La sua azienda a quel punto lo ha licenziato in tronco, e gli ha chiesto di restituire la pistola, che gli agenti del Secret Service non avevano invece neanche visto. Le regole base dell'agenzia impongono che vengano effettuati controlli su tutti coloro che si avvicineranno al presidente nel corso di una visita fuori dalla Casa Bianca. Ma prima, non dopo. E a nessuno è consentito di essere armato nelle sue vicinanze. Appena ieri, durante una tesa audizione in Congresso dove è stata chiamata a rendere conto delle lacune alla sicurezza del presidente venute di recente alla luce, il direttore del Secret Service, Julia Pierson, aveva affermato: "Mi prendo tutte le responsabilità di ciò che è successo, che è inaccettabile e non capiterà mai più".

 

Pierson ha assunto la guida del Secret Service nel 2013, quando il suo predecessore, Mark Sullivan, ha lasciato alcuni mesi dopo lo scandalo che nel 2012 ha coinvolto una decina di agenti incaricati della protezione del presidente che nei giorni prima di un vertice in Colombia si portavano delle prostitute in hotel. Nel frattempo sono però venuti a galla altri episodi imbarazzanti. Come quello dello scorso novembre, in cui due agenti di alto livello, sempre in una vicenda a sfondo sessuale, sono stati sospesi per "cattiva condotta", o quello del febbraio scorso, quando un uomo sparò contro la Casa Bianca con un fucile di precisione colpendo le finestre degli appartamenti presidenziali. Il Secret Service se ne accorse solo cinque giorni dopo, per l'allarme lanciato da una domestica. E ancora, a marzo, tre agenti sono stati trovati ad Amsterdam completamente ubriachi, e per questo rispediti negli Stati Uniti e sospesi dall'incarico.

Si dimette il capo del Secret Service

Si dimette il capo del Secret Service americano, Julia Pierson, dopo i ripetuti scandali sulla sicurezza della Casa Bianca. Lo afferma il Dipartimento della sicurezza interna. "Oggi Julia Pierson ha offerto le due dimissioni e le ho accettate" afferma il segretario alla Sicurezza Nazionale, Jeh Johnson. Joseph Clancy, l'ex agente speciale in carico della divisione per Protezione Presidenziale, sarà direttore ad interim.

 

di Stefano de Paolis - ANSA

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