PRO JUVENTUTEInsegniamogli a scegliere

Le scelte si devono fare. Anche in materia educativa. Oggigiorno i nostri ragazzi sono chiamati a scegliere sempre più presto quello che vorranno fare una volta raggiunta l'età adulta. Certamente… si può sempre cambiare e una via imboccata non significa necessariamente fossilizzarsi all'interno di un percorso che non soddisfa le proprie esigenze educative o di formazione. Ecco dove sta il senso del cambiamento… Beh, ammesso e non concesso che la possibilità di passare più o meno con disinvoltura e facilmente da una formazione all'altra sia buona cosa (e questa non è una questione educativa di poco conto) rimane il fatto che tutto ciò ha un costo, e non indifferente.

Non intendo qui parlare necessariamente di costi monetari (in denaro sonante, passare da una facoltà universitaria all'altra o da un apprendistato all'altro significa "aver investito tempo e risorse" – tanto per dirla con un'espressione à la mode… - per qualcosa che si abbandona…), ma dell'investimento che la società intera nel suo complesso fa per la formazione dei suoi cittadini, dei suoi giovani in particolare. Senza contare, poi gli effetti che tutto ciò può avere per le famiglie e sul piano dell'autostima personale, dell'immagine di sé e delle "attese disattese" per il fatto di aver alimentato speranze e ambizioni che si rivelano invece essere fasulle.

Passare da una formazione all'altra, da una facoltà all'altra, da un apprendistato all'altro non è per forza di cose un buon viatico per l'ingresso nella vita adulta. Quella del saper scegliere non è una facoltà innata; insegnare ai ragazzi l'importanza che ha una scelta ben ponderata rimane un atto educativo della massima importanza forse soprattutto oggi, dove sembra che l'onere della scelta sia facilitato dalle infinite possibilità (non solo formative) che i nostri giovani hanno a disposizione.