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PRO JUVENTUTEGiovani in invalidità: di chi è la colpa?

13.02.14 - 07:00
Sempre più giovani sono costretti a ricorrere all'Assicurazione Invalidità
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Giovani in invalidità: di chi è la colpa?
Sempre più giovani sono costretti a ricorrere all'Assicurazione Invalidità

Siamo ancora qui… L'ansia da prestazione (scolastica o professionale o, semplicemente, familiare) mette ancora i giovani sotto un'enorme pressione. Lo dicono i dati: sempre più adolescenti sono costretti a ricorrere all'Assicurazione invalidità. Ma vi sembra normale? No. Sembra invece un paradosso. Un giovane è, per definizione, capace, fresco, agile, elastico, intelligente, adattabile, curioso e via dicendo. Oggi ci sono però dei giovani che, sottoposti a enormi pressioni che vanno dal lavoro alla scuola allo sport alla famiglia (e chi più ne ha più ne metta), finiscono per cedere.

Ma cosa volgiamo, noi adulti, di più da questi ragazzi? Che senso ha per noi adulti continuare a parlare a esempio di competitività, formazione continua, mobilità e via dicendo quando dimostriamo – in questi casi, almeno – di non essere capaci di aver loro nel cuore e di occuparci di loro sul piano dell'educazione all'affettività, al carattere, alla cura con la quale si fanno le cose? Stiamo forse confondendo i piani e i mezzi con il fine? Se un giovane deve appropriarsi di un sano, sanissimo concetto di competitività (perché questo rimane un concetto sano) è perché noi vogliamo che viva meglio di come vive ora.

Ma se ciò però non avviene, se il giovane vive sempre peggio al punto tale da dover ricorrere all'AI allora dobbiamo veramente, in quanto adulti, metterci in discussione e rivedere, prima di tutto per noi stessi e il significato di queste parole. Non possiamo permetterci di condannare dei giovani ad una vita difficile solo per il fatto di averli caricati (o, forse, aver scaricato su di loro) di responsabilità che da soli non riescono a sostenere.

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