Contemporaneamente, però, i dati pubblicati dal gruppo francese sulla rivista Food and Chemical Toxicology destano fortissime perplessità da parte della comunità scientifica. A non convincere sono i criteri con i quali è stata condotta la ricerca in ogni sua fase: dalle caratteristiche dei ratti utilizzati nei test, particolarmente suscettibili ai tumori, alla stessa organizzazione degli esperimenti, ai dati imprecisi presentati in passato dallo stesso gruppo di ricerca.
Probabilmente per questo il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, intende aspettare i dati definitivi sull'affidabilità dei risultati prima di difendere a livello europeo la richiesta del blocco delle importazioni avanzata dal coordinatore della ricerca, Gilles-Eric Seralini.
Nel frattempo Seralini ha portato oggi il dibattito a Bruxelles, chiedendo all'Unione Europea di vietare "immediatamente" l'importazione del mais sotto accusa ed inoltre una "nuova e rapida valutazione" di tutti gli Ogm e pesticidi autorizzati in Europa. Rapida la risposta dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che sta per finalizzare il mandato per una nuova valutazione del mais NK 603, ma che si dice sicura che "i risultati scientifici parleranno da soli".