La "conferenza per la salvezza della Siria" è convocata a Damasco per il 12 settembre prossimo, almeno secondo gli auspici del Ccn, che si oppone a un intervento militare straniero e di cui fanno parte, tra gli altri, dissidenti storici ed esponenti di sigle curde che rifiutano il sostegno della Turchia.
"Finora mancano però le garanzie interne e internazionali" perché alla conferenza del 12 settembre possano partecipare oppositori e dissidenti in patria e all'estero. "Ogni cittadino in Siria può essere ucciso o arrestato. Chiediamo dunque il minimo: che i partecipanti prima, durante e dopo la conferenza non vengano presi di mira", ha detto Nasser.
La premessa per la conferenza del 12 settembre è, per i membri del Ccn, l'entrata in vigore di una tregua militare tra le forze governative e l'Esercito libero. "I ribelli non abbandoneranno le armi e l'esercito del regime non si ritirerà dai territori che controlla", afferma Nasser, secondo cui oltre a sospendere l'uso delle armi ci sarà uno scambio totale di prigionieri tra le parti: "decine di migliaia sono in mano al regime, mentre decine o centinaia sono in mano ai rivoluzionari". "Così facendo - conclude Nasser - si potrà soccorrere gli sfollati e quelli colpiti dalle violenze, che sono ormai sei milioni nel Paese".