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SIRIALa guerra in stile Al Qaida dei ribelli

13.08.12 - 19:57
Nemici disarmati sgozzati, corpi buttati nel vuoto dall'alto di un palazzo, giornalisti non amici rapiti e giustiziati: su internet le immagini delle atrocità perpetrate negli ultimi giorni anche da ribelli anti-Assad
Foto d'archivio (Keystone)
La guerra in stile Al Qaida dei ribelli
Nemici disarmati sgozzati, corpi buttati nel vuoto dall'alto di un palazzo, giornalisti non amici rapiti e giustiziati: su internet le immagini delle atrocità perpetrate negli ultimi giorni anche da ribelli anti-Assad

DAMASCO - Nemici disarmati sgozzati, corpi buttati nel vuoto dall'alto di un palazzo, giornalisti non amici rapiti e giustiziati: sprofonda sempre di più nell'orrore la guerra civile siriana con l'arrivo su internet delle immagini delle atrocità perpetrate negli ultimi giorni anche da ribelli anti-Assad e da loro stessi girate in 'stile Al Qaidà.

Sul sito del quotidiano turco Hurriyet, e poi di molti altri, è stato pubblicato il video del "massacro della Posta" di al-Bab, vicino ad Aleppo. Mostra corpi gettati dal tetto di un palazzo mentre in strada una folla esagitata urla 'Allah Akbar!' (Dio è grande!). Secondo Hurriyet, i miliziani anti-Assad avrebbero costretto funzionari accusati di essere sostenitori del regime a salire sul tetto del palazzo da dove sono stati gettati nel vuoto. I loro corpi, nelle dure immagini del video (http://webtv.hurriyet.com.tr/2/36559/0/1/suriyeli-muhaliflerin- korkunc-infazi.aspx), si schiantano al suolo in mezzo alla massa esultante.

Secondo Hurriyet, la scena è stata ripresa il 10 agosto. "I funzionari che rifiutano di lasciare il posto di lavoro sono accusati di essere difensori del regime e spesso giustiziati", scrive Hurriyet. Altre immagini - di cui è impossibile verificare l'origine - approdate oggi su Youtube, mostrano miliziani fondamentalisti sunniti mentre sgozzano un giovane, presunto 'shabib', cioè membro di forze paramilitari lealiste, vicino a Idlib (www.youtube.com/watch?v=_LVE4cmDH1c).

Gli armati costringono il giovane, che è a torso nudo, a sedersi sul bordo di un marciapiede. Una voce fuori campo dice che sarebbe meglio ucciderlo con un colpo di pistola alla testa, mentre un'altra insiste a volerlo sgozzare. Un uomo si avvicina al giovane con un coltello e gli taglia la gola, mentre si sente esclamare "Hamdoulillah!" (Lode a Allah!). Un terzo filmato, girato a Azaz, cittadina a nord di Aleppo ora sotto il controllo dei ribelli, mostra un uomo con le mani legate dietro la schiena estratto a forza da un'auto e gettato per terra dove viene colpito prima da un colpo di pistola e poi finito da una sventagliata di mitra. "Questa gente sarebbe meglio di Assad?", ha denunciato inorridito un lettore di Hurriyet. Le immagini delle brutalità attribuite ai ribelli - fra i quali continua a crescere la componente 'jihadistà straniera - hanno provocato reazioni indignate fra gli stessi oppositori siriani.

"Che differenza c'è fra loro e coloro che uccidono i nostri figli, le nostre donne, i nostri uomini?", ha protestato su Facebook il curdo siriano Massoud Akko, in esilio in Norvegia. Il presidente dell'Osservatorio siriano dei diritti umani, vicino ai ribelli, Rabi Abdel Rahmane, ha parlato di "atrocità". Il comando dell'Esercito libero siriano (Esl) si è dissociato, accusando "frange non controllate" del movimento. "Simili atrocità danneggiano la causa della rivoluzione", ha detto all'ANSA il colonnello Khaled al Qatini. Ma intanto continua anche la 'stragè di giornalisti accusati di essere 'lealistì. Oggi è stata annunciata l'uccisione del cameraman della tv pubblica Hatem Abu Yahiya, rapito venerdi da un gruppo di ribelli con la cronista Yara Saleh. Altri due giornalisti erano stati rapiti e uccisi negli ultimi giorni: un presentatore della Tv pubblica e un cronista dell'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana.


Ats

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