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Fukushima, i contenitori dei reattori sono intatti

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Fukushima, i contenitori dei reattori sono intatti
TOKYO - Le analisi della Tepco chiariscono per la prima volta in termini netti l'integrità dei contenitori. In base alla elaborazione dei dati, infatti, la situazione più critica sembra interessare il reattore n.1: il c...

TOKYO - Le analisi della Tepco chiariscono per la prima volta in termini netti l'integrità dei contenitori.

In base alla elaborazione dei dati, infatti, la situazione più critica sembra interessare il reattore n.1: il combustibile all'interno si è del tutto fuso dopo il blocco del sistema di raffreddamento a causa del sisma/tsunami dell'11 marzo, con notevoli quantitativi finiti al fondo della camera a pressione del reattore e nel contenitore esterno primario.

Se l'erosione fosse andata avanti per altri 37 cm, avrebbe raggiunto il muro d'acciaio, l'involucro più esterno.

Per quanto riguarda i reattori n.2 e 3, inoltre, la quantità di combustibile fuso caduta nel fondo della camera a pressione è stimata nella misura del 60%. Per questo motivo, "è altamente improbabile che la base dei due reattori abbia subito danni su larga scala". Tuttavia, se il combustibile si fosse fuso in modo diffuso, il contenitore primario del reattore n.2 avrebbe potuto essere intaccato di 12 cm e quello del n.3 di 20.

Le barre di combustibile atomico fuso nei tre reattori sono ora raffreddate con l'iniezione di acqua che ha fatto scendere le temperature ampiamente sotto i 100 gradi, gettando le basi per la procedura dell'arresto a freddo, cioè la 'messa in sicurezza', attesa "per fine anno", come ribadito di recente dal ministro per l'Emergenza nucleare, Goshi Hosono.

Da domani, dopo l'atteso stop per manutenzione ordinaria del reattore n.1 di Genkai della Kyushu Power, in Giappone saranno operativi solo 9 impianti su un totale di 54 disseminati sul territorio nipponico, mentre il completamento degli stress test sulla sicurezza per la eventuale riattivazione dovrà richiedere ancora del tempo.

Paradossalmente, in parlamento, mentre Tokyo ha avviato una profonda riflessione sulle sue politiche energetiche, sono approdati gli accordi bilaterali di cooperazione nucleare ad uso civile siglati prima dell'11 marzo con Giordania, Russia, Corea del Sud e Vietnam, nonostante le preoccupazioni diffuse sull'esportazione atomica a seguito del disastro di Fukushima.

Il via libera è atteso in una decina di giorni, ma il percorso non si preannuncia comunque semplice.

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