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SVIZZERA

Meno clientela: Migros pensa ad una riduzione dei posti

Nessun licenziamento, ma chi andrà in pensione non sarà rimpiazzato
Foto Keystone Steffen Schmidt
Meno clientela: Migros pensa ad una riduzione dei posti
Nessun licenziamento, ma chi andrà in pensione non sarà rimpiazzato
ZURIGO - Una buona e una cattiva notizia arrivano oggi dalla Migros: il gigante della grande distribuzione si appresta a ridurre ulteriormente i prezzi dei suoi prodotti, ma nel contempo considera anche tagli di personale (senza licenziamen...

ZURIGO - Una buona e una cattiva notizia arrivano oggi dalla Migros: il gigante della grande distribuzione si appresta a ridurre ulteriormente i prezzi dei suoi prodotti, ma nel contempo considera anche tagli di personale (senza licenziamenti) nei negozi delle zone di confine particolarmente colpiti dagli effetti del franco forte.

Le conseguenze del "turismo degli acquisti" sono particolarmente "forti" ai bordi del lago Lemano, come pure alla frontiera con la Germania e il Vorarlberg austriaco, dove alcune filiali devono far fronte a una riduzione del fatturato tra il 6 e l'8%, rileva il presidente della direzione generale della Migros, Herbert Bolliger, in una intervista pubblicata oggi dalla "SonntagsZeitung".

"Nel nostro settore centrale di attività, ossia i supermercati, offriremo meno posti di lavoro - annuncia Bolliger -. Un responsabile di filiale il cui fatturato si è ridotto dell'8% non cercherà di rioccupare l'uno o l'altro dei posti vacanti", precisa il manager, che per ora non parla di licenziamenti.

Dopo l'annuncio di un ribasso di prezzo per 500 prodotti di marca importati dall'eurozona a partire da domani, Bolliger ne prevede altri a breve scadenza: "Stiamo negoziando con alcuni produttori e ridurremo di sicuro fortemente i prezzi di altri articoli". Egli fa tuttavia notare che la parte di prodotti di marca provenienti dall'eurozona rappresenta meno del 10% del fatturato della Migros. L'essenziale degli articoli venduti dal "gigante arancione" è di produzione elvetica.

Bolliger prevede comunque un ribasso generale di circa il 5% per l'intero assortimento entro la fine dell'anno. Dall'inizio del 2011 - precisa - sono già stati ribassati oltre 4000 articoli e i prezzi sono oggi in media inferiori del 4% a quelli dell'anno scorso per l'intero assortimento. Il Ceo della Migros ritiene d'altro canto che la crisi attuale non debba bloccare le discussioni sull'accordo di libero scambio tra Svizzera e Unione europea per il settore agroalimentare. "I negoziati dovrebbero riprendere nonostante le resistenze", sostiene. A suo avviso, permangono troppe barriere protettive a vantaggio della produzione elvetica.

Bolliger continua a prevedere che il numero uno del commercio al minuto in Svizzera possa raggiungere il suo obiettivo di una crescita dell'1% entro la fine dell'anno. Meno ottimista è invece Hansueli Loosli, il suo omologo della Coop, che si era pure data per obiettivo una crescita dell'1%. Il boom degli acquisti oltre frontiera - ha dichiarato alla "Basler Zeitung" - ha fatto perdere all'insieme del commercio al dettaglio elvetico circa tre miliardi di franchi quest'anno e potrebbe costare 200 milioni di fatturato alla Coop.

A suo avviso, dopo tutti i ribassi concessi, l'obiettivo dell'1% è ormai fuori portata. Anche Loosli prevede peraltro altre riduzioni depo quelle, effettive da ieri, di 700 prodotti di 55 grandi marche internazionali.

Il presidente della direzione della Coop vorrebbe che la Banca nazionale fissasse un tasso di cambio tra 1,25 e 1,30 franchi per un euro. "Molti posti di lavoro ne dipendono. bisogna fare in fretta". Egli propone d'altro canto un tasso IVA allo 0% per i prodotti alimentari, nell'intento di contribuire a fronteggiare gli effetti della forza del franco.

Ats

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