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BANCHEErmotti in lotta contro i suoi nemici interni

14.10.12 - 11:12
Il numero uno di UBS ha spedito sabato sera una lettera dai toni accesi ai suoi 64000 dipendenti. La lotta di potere è sempre più accesa all'interno del colosso bancario svizzero
Foto d'archivio (Keystone)
Ermotti in lotta contro i suoi nemici interni
Il numero uno di UBS ha spedito sabato sera una lettera dai toni accesi ai suoi 64000 dipendenti. La lotta di potere è sempre più accesa all'interno del colosso bancario svizzero

ZURIGO - La notizia circolata ieri su tutti i media svizzeri, riguardante l'intenzione di UBS di tagliare 10mila posti di lavoro, non ha per nulla fatto piacere a Sergio Ermotti, il numero uno di UBS.

La sua reazione non si è fatta attendere e già nella serata di ieri ha inviato una lettera dai toni per certi versi duri e accusatori, a tutti i collaboratori del gruppo, in cui si difende dalle speculazioni trapelate ieri. Ermotti - si legge oggi sulla stampa domenicale d'Oltralpe, si dichiara "personalmente dispiaciuto, perché vi sono delle persone all'interno della banca che agiscono irresponsabilmente o soltanto nel loro interesse nel contribuire a diffondere queste speculazioni".

Il clima all'interno di UBS si fa sempre più rovente. Ermotti, in pratica, accusa i suoi dipendenti di avere fornito delle informazioni ai media e lo fa usando un tono molto secco. Nel comunicato diffuso, il numero uno di UBS ribadisce di non voler commentare le voci circolate ieri: "è lo stesso se queste sono false o vi sono contenuti anche elementi corrispondenti alla realtà".

La riforma all'interno del settore informatico, quello più toccato dalle misure di risparmio elaborate, sarà realizzata da Eros Freganos (ex Swisscom) e dal consulente esterno Claudio Cisullo. Il duo, secondo quanto scrive oggi la "Sonntagszeitung", all'interno di UBS verrebbero tacciati di arroganza e giudicati lacunosi nelle loro conoscenze specifiche.

Anche tra il presidente di Cda Axel Weber ed Ermotti si starebbe assistendo a una lotta interna di potere. Al centro della questione vi sarebbe il settore dell'investment. Mentre il ticinese non vorrebbe indebolirlo, per Weber il settore non suscita grandi entusiasmi e  preferirebbe non fare troppa concorrenza ai colossi americani Goldman Sachs e J. P. Morgan. Secondo Weber bisognerebbe rivalutare il settore del "Merchant Bank", ossia quello commerciale, affinché UBS si possa scrollare di dosso l'immagine negativa di banca che gioca troppo d'azzardo.

Sempre secondo la Sonntagszeitung, il capo della comunicazione della banca, Michael Willi, lascerà l'azienda. Le sue dimissioni sarebbero già state comunicate venerdì in una nota interna, spedita ai 64000 dipendenti UBS in tutto il mondo. Willi non è l'ultimo dei molti membri che compongono i vertici di UBS ad andarsene in questi ultimi cinque anni di crisi finanziaria. Dopo 20 anni presso UBS e 4 anni quale capo generale della comunicazione, Willi cerca una nuova sfida professionale.  

(p.d'a)

 

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