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CANTONEFreno al disavanzo inserito nella Costituzione

27.01.14 - 16:50
Istituito lo strumento del moltiplicatore cantonale, per modificarlo serviranno i 2/3 del Parlamento
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Freno al disavanzo inserito nella Costituzione
Istituito lo strumento del moltiplicatore cantonale, per modificarlo serviranno i 2/3 del Parlamento

BELLINZONA - E' il giorno della discussione, nell'aula del Gran Consiglio, dei temi economici che si trascinano da mesi e che hanno infiammato il dibattito politico. Il primo argomento trattato è l'introduzione dei principi di gestione finanziaria e del freno ai disavanzi pubblici nella Costituzione cantonale. Le posizioni, già note a grandi linee alla vigilia, si sono cristallizzate nel corso del lungo dibattito.

 

PLR - Il gruppo PLR ha annunciato l'adesione alla modifica costituzionale e alla legge d'applicazione. Lo strumento di disciplina finanziaria proposto è un modello semplice e pragmatico, che risponde a esigenze di trasparenza e buona gestione, e mira al pareggio finanziario. Lo strumento non dispensa comunque dal porre mano a riforme nell'Amministrazione cantonale. Nello stesso tempo non incide sulla libertà del Parlamento di operare scelte di politica fiscale, non limita nella possibilità d'intervenire sulla scala di aliquote e deduzioni, anzi presenta un interessante sistema premiante. L'introduzione di questi principi, ha spiegato il deputato Walter Gianora, è necessario per salvaguardare e stabilizzare scenari, nell'ottica di ottenere sane risorse pubbliche.

 

Lega - La Lega dei Ticinesi ha annunciato il voto favorevole all'entrata in materia e ai decreti di modifica legislativa. Ogni gruppo della maggioranza (PLR, Lega e PPD) ha dovuto fare delle concessioni, per arrivare alla situazione odierna. C'è chi si è chiamato fuori come Verdi e Udc, ma anche chi ha giocato in maniera meno chiara, come il PS. Tre proposte su tre temi che non ci esaltano, ha affermato Michele Foletti. Il moltiplicatore d'imposta a livello cantonale viene visto da alcuni deputati come uno strumento per aumentare la pressione fiscale, ma questo dovrebbe essere scongiurato dall'obbligo della maggioranza qualificata dei 2/3. Le regole di gestione finanziaria, però, non devono essere inserite nella Costituzione cantonale.

 

PPD - Il Cantone aveva bisogno di questo strumento, ha sottolineato Maurizio Agustoni. Il freno al disavanzo non preclude né un aumento delle entrate, né una riduzione delle uscite. Nel Ticino di oggi, però, bisogna mettere l'accento sul contenimento della spesa, sempre più ingombrante. Anche in casa popolare democratica si vede la necessità di vincolare lo strumento del moltiplicatore d'imposta a livello cantonale all'obbligo della maggioranza qualificata. Uno strumento da adottare solo in casi di acclarata gravità. La via maestra per riequilibrare i conti pubblici è quella di ridisegnare i compiti dello Stato. Altrimenti c'è il rischio di vedere quello che è già accaduto in passato: poche misure, e nessuna strutturale.

 

PS - Il gruppo PS aderisce al modello proposto dal Consiglio di Stato e il rapporto di minoranza di Saverio Lurati. La discussione è giunta finalmente in aula, ha esordito la deputata Pelin Kandemir Bordoli. Non è sufficiente un meccanismo di questo genere per ottenere conti equilibrati, serve tenere in considerazione vari elementi. Kandemir Bordoli ha affermato che la spesa pubblica è cresciuta in modo contenuto rispetto ai bisogni, contrariamente a quanto verrebbe da pensare con la proposta di minoranza del freno al disavanzo.

Le difficoltà odierne, ha affermato la deputata, sono dovute alla politica di continua defiscalizzazione del passato. La posizione socialista è molto critica riguardo alla necessità della maggioranza dei 2/3 del Parlamento: «Sembra un modello di freno alla spesa camuffato con un modello di freno al disavanzo». Il meccanismo democratico di un controllo della finanza pubblica è senz'altro sano, ma resta saldo il principio che, per ottenere nuovi sgravi, bisogna saper presentare nuove risorse.

 

Verdi - I Verdi non si opporranno all'entrata in materia, e scelgono la soluzione proposta dal Consiglio di Stato. Francesco Maggi ha affermato che la gestione oculata delle finanze non si ottiene con lo strumento proposto dalla maggioranza parlamentare. Si tratta di un vero fallimento della politica: il debito pubblico aumenta perché i governi non hanno saputo ideare riforme efficaci. Si va quindi nella direzione di un governo tecnico, con barriere inevitabili finalizzate a giustificare i tagli agli occhi dei cittadini. Uno strumento che farà 'sedere' la politica, non spronandola a perseguire i suoi compiti. Nessuna misura concreta, ha ribadito Maggi, anche se si vede una prima bozza di spending rewiev.

 

UDC - Sostegno al rapporto di minoranza da parte del gruppo UDC, e in via subordinata la soluzione che chiama in causa il popolo. Il giudizio di Gabriele Pinoja è secco: quella messa in tavola è una ''soluzione dal potenziale inefficace''. Lo strumento del moltiplicatore d'imposta ha obiettivi diversi dal risanamento delle finanze cantonali. Saranno sempre i cittadini, che si vedranno aumentare le imposte a pagare. La soluzione è scomoda: andare a toccare i conti di ogni Dipartimento. Troppi ostacoli, però, ci sono sul cammino. «Si perde una grande occasione per introdurre un sistema valido ed efficace per frenare il disavanzo delle finanze del Cantone».

 

MpS-PC - Il Movimento per il Socialismo non condivide i presupposti che hanno portato all'identificazione dello strumento proposto, quindi né il freno alla spesa né il taglio dei disavanzi pubblici. Il debito pro-capite odierno, ha ricordato Matteo Pronzini, è inferiore a quello di trent'anni fa. L'evoluzione della spesa per ogni cittadino è di circa il 7%, e «non ci pare assolutamente una tragedia». Sono i partiti che oggi chiedono un freno alla spesa pubblica i responsabili dell'aumento dei costi dell'Amministrazione pubblica, secondo Pronzini. «Bisogna considerarvi degli incapaci, o bisogna pensare che predicate bene o razzolate male?». La proposta di legge che uscirà dalla seduta odierna sarà combattuta in votazione popolare.

 

Morisoli - Un giorno storico per il Cantone, osserva Sergio Morisoli. Non è una questione di finanze, ma una questione di libertà, di equilibrio e giusta distanza tra Stato e cittadino. Il fisco è una forma di Polizia, legittima finché si vuole, ma di questo si tratta. «Con questa misura si passa da uno Stato autorevole a uno Stato autoritario, che quando non ha abbastanza soldi schiaccia un bottone, e li fa entrare» nelle sue casse. Si passa da una certezza del diritto tributario a un'incertezza, perché non si saprà quando si sarà chiamati a pagare negli anni futuri. Le casse dello Stato diventano più importanti delle finanze delle imprese, aggiunge Morisoli, e si passa da un fisco equo «a una decima feudale». Uno strumento che «non ha nulla a che fare con l'equilibrio finanziario, ci priva della libertà e sarà difficile da smontare». Non è il tempo della rigidità, è ora di risanare la spesa, ha concluso Morisoli.

 

Sadis - La direttrice del Dipartimento delle Finanze ed Economia Laura Sadis ritiene che si tratti davvero di un giorno importante per la politica ticinese. Un lungo percorso, quello che porta alla giornata odierna, con il varo di uno strumento di disciplina chiaro e affidabile. Perché è fondamentale introdurre questo strumento? Non solo per avere un modus operandi per avere finanze pubbliche equilibrate, ma soprattutto per una questione di trasparenza verso i cittadini. Come? Disincentivando comportamenti incoerenti in politica, e spendendo più di quanto si potrà incassare. «Sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dei contribuenti di domani». Limitazione del peso del debito pubblico e riduzione dell''illusione fiscale': questi i motivi che giustificano l'introduzione dello strumento. Nessun attentato alla libertà, rassicura Sadis. Il limite del disavanzo ammissibile è stato esteso, mentre il coefficiente d'imposta è stato confermato. Lo strumento del moltiplicatore cantonale, in vigore in tutti i Cantoni tranne Ticino e Vallese, non porta a un aumento delle imposte, giudicate (ovviamente) impopolari. Si assiste quindi al politico che viene spinto a tagliare piuttosto che a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. La proposta della maggioranza qualificata serve per rendere più complicato l'aumento della tassazione dei cittadini, ed è una chiara scelta politica. L'appello finale di Sadis è quello di fare un passo concreto a favore di un meccanismo di disciplina finanziaria nel Cantone.

 

Rapporto minoranza 2 - Il deputato UDC Marco Chiesa ha messo sul tavolo la sua proposta di freno alla spesa pubblica. Un controllo del fattore di disequilibrio (le spese) piuttosto che contenimento del deficit. Uno strumento malvisto da questo Governo, che vorrebbe risanare 'con gentilezza'. «Questo era lo strumento da adottare, altro che Road Map».

 

Rapporto minoranza 1 - E' toccato al socialista Saverio Lurati spiegare quanto contenuto in questo rapporto. Lo Stato deve dotarsi di uno strumento che garantisca l'equilibrio finanziario, e che sappia muoversi nell'ambito della fragilità dell'economia cantonale. «L'introduzione di nuovi principi di gestione finanziaria e, in ultima ratio, la possibilità di ricorrere al moltiplicatore cantonale devono essere letti come una volontà ferrea di affrontare con immediatezza una revisione avveduta e razionale dei compiti dello Stato attraverso il contenimento dei costi, ma anche tramite un recupero fiscalmente praticabile di nuovi potenziali cespiti d'entrata». Una forzatura, l'inserimento della maggioranza dei due terzi. Non bisogna dimenticare chi ha bisogno, conclude Lurati, anzi è da qui che bisogna partire.

 

Rapporto maggioranza - In ultimo è toccato al relatore di maggioranza, il PPD Fabio Bacchetta-Cattori. Un modello per disciplinare a lungo termine le finanze di un Cantone, quello in discussione nell'aula del Gran Consiglio. «Dobbiamo garantirci anche alle future generazioni quella qualità di vita che in tutti questi anni siamo riusciti a garantire». Quale modello deve darsi il Ticino? Freno alla spesa, freno al disavanzo o freno all'indebitamento? Il modello migliore, secondo Bacchetta-Cattori, in questo momento è quello del freno al disavanzo. Scelto il modello, bisogna valutare le regole. L'ancoraggio nella Costituzione cantonale è stato accettato dalla maggioranza relativa della commissione, con la perplessità degli esponenti leghisti. Quali, infine, le regole? L'innalzamento al 4% del disavanzo rispetto ai ricavi correnti è una modifica rispetto a quanto proposto dal Consiglio di Stato (che proponeva al 3%), e al 5% in caso di grave crisi finanziaria. Perché, infine, introdurre l'obbligo della maggioranza qualificata? Prima di aumentare il moltiplicatore bisogna avere un consenso politico più forte, rispetto a quello necessario per modifiche puntuali. Nessuna volontà di tagli lineari a livello di spese, ma nessuna volontà di aumenti lineari d'imposte. Queste regole, conclude Bacchetta-Cattori, servono per indirizzare il Cantone in una direzione ben precisa, e sostenibile a lungo termine.

 

Il voto - Il momento del voto è giunto dopo due ore e mezza: l'entrata in materia è stata accolta con 55 voti favorevoli, 27 contrari e 2 astenuti. Il disegno di modifica della Costituzione è passato con 62 voti favorevoli, 19 contrari e 2 astenuti. L'emendamento di PS e Verdi, che chiedeva di tornare alla proposta originale del Consiglio di Stato (prima modifica costituzionale, poi legge d'applicazione) è stato respinto con 62 voti contrari, 21 favorevoli e un astenuto. La gestione del controllo finanziario dello Stato è stato approvato con 58 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astenuti. Il disegno di legge tributaria, infine, è passato con 58 voti favorevoli, 24 contrari e un astenuto.

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