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CANTONECaccia tardo autunnale: "I numeri si commentano da soli"

16.12.13 - 18:40
Caccia tardo autunnale: "I numeri si commentano da soli"

BELLINZONA - "Ancora una volta, per l’ennesima volta, i dati inerenti le catture registrate durante la caccia tardo autunnale, si commentano da soli". Stefano Fraschina, sull'argomento, interroga il Consiglio di Stato.

 

"A bocce ferme - scrive il deputato leghista in Gran Consiglio, il piano d’abbattimento prevedeva le seguenti catture:

- Valle Leventina: 90 femmine adulte e 210 esemplari giovani (cerbiatti e femmine di 1.5 anni)

- Valle di Blenio: 45 femmine adulte e 100 esemplari giovani (cerbiatti e femmine di 1.5 anni)

- Riviera: 30 femmine adulte e 50 esemplari giovani (cerbiatti e femmine di 1.5 anni)

- Valle Leventina: 20 femmine e piccoli dell’anno di capriolo

- Valle di Blenio: 30 femmine e piccoli dell’anno di capriolo

- Riviera: 10 femmine e piccoli dell’anno di capriolo

 

Ecco in seguito i dati definitivi inerenti le catture durante la caccia tardo autunnale 2013:

- Valle Leventina: 62 femmine adulte e 65 esemplari giovani (-173)

- Valle di Blenio: 30 femmine adulte e 40 esemplari giovani (-75)

- Riviera: 14 femmine adulte e 18 esemplari giovani (-48)

- Valle Leventina: 12 femmine e piccoli dell’anno di capriolo (-8)

- Valle di Blenio: 3 femmine e piccoli dell’anno di capriolo (-27)

- Riviera: 2 femmine e piccoli dell’anno di capriolo (-8)

 

Al Consiglio di Stato Fraschina pone i seguenti interrogativi:

1) I dati definitivi inerenti le catture durante la caccia tardo autunnale sconfessano completamente gli intenti e la politica gestionale portata avanti dai vertici dell’Ufficio Cantonale della Caccia e della Pesca. È ormai consuetudine il non raggiungimento degli obiettivi prefissi. Quali le conclusioni da trarre?

2) Nell’alto Canton Ticino si è manifestato un chiaro rifiuto/disinteresse da parte dei cacciatori che hanno partecipato alla caccia tardo autunnale, nei confronti dell’apertura della femmina e del piccolo del capriolo. Non sarebbe auspicabile un deciso cambio di rotta in questa direzione?

3) I censimenti primaverili (seppur assolutamente necessari) risultano in seguito essere la causa principale di piani d’abbattimento assolutamente irrealizzabili. Risulta lapalissiano che, buona parte degli animali conteggiati in primavera, non sono certamente presenti sul territorio cacciabile durante la caccia alta. Non sarebbe decisamente più lungimirante ed esaustivo, monitorare la presenza degli ungulati anche durante il periodo estivo? Certamente i dati dei conteggi risulterebbero tremendamente diversi.

4) Non sarebbe auspicabile una giustificazione (anche se difficilmente sostenibile, considerando i numeri) da parte dei vertici dell’Ufficio cantonale della Caccia e della Pesca, in merito all’ormai cronico “non raggiungimento” degli obiettivi prefissi? Questi dati evidenziano palesemente che i conteggi primaverili e di conseguenza le conclusioni che portano poi all’elaborazione del regolamento d’applicazione, non rispecchiano la realtà dei fatti, dunque i piani di abbattimento risultano insostenibili. Quali gli urgenti e mirati correttivi da apporre ad una mirata e lungimirante gestione del cervo su scala cantonale?

5) Quando verrà presa seriamente in considerazione la tanto attesa revisione delle zone bandite alla caccia, seguendo il modello grigionese (a macchia di leopardo), con relativo monitoraggio della presenza sul territorio degli ungulati?

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