Cerca e trova immobili

CANTONEAgenti di sicurezza, il nodo della cittadinanza fa discutere

03.09.13 - 10:25
Per il PS l'opuscolo informativo contiene un errore, ma il Consiglio di Stato difende la sua posizione
Foto Ti-Press Francesca Agosta
Agenti di sicurezza, il nodo della cittadinanza fa discutere
Per il PS l'opuscolo informativo contiene un errore, ma il Consiglio di Stato difende la sua posizione

BELLINZONA - L'opuscolo del Consiglio di Stato per la votazione cantonale sull’oggetto “Facoltà di far capo ad agenzie private per la sorveglianza di stranieri con misure amministrative” contiene un'informazione errata? Se lo chiede il Gruppo PS in Gran Consiglio, che ha inoltrato un'interrogazione (prima firmataria Pelin Kandemir Bordoli) al Consiglio di Stato.

 

Sulla vicenda ha preso posizione il Consiglio di Stato con un comunicato stampa, che replica alle dichiarazioni del Comitato referendario contrario alla modifica di legge. I contenuti dell'opuscolo, assicurano da Palazzo delle Orsoline, "sono sempre esposti in maniera succinta, accurata, comprensibile, ma soprattutto veritiera ed oggettiva per poter consentire la libera e corretta formazione delle opinioni da parte dei cittadini". Il Consiglio di Stato pertanto ribadisce che gli agenti devono disporre della cittadinanza svizzera, a partire dall'Accordo sulla libera circolazione delle persone, che impone il requisito della cittadinanza svizzera si giustifica per la sorveglianza carceraria che rientra tra i compiti fondamentali dello Stato.

 

Secondo i deputati socialisti, invece, "si tratta di un'affermazione sbagliata che induce in errore le/i votanti". Il nuovo articolo 8b della legge cantonale esecuzione pene e misure per gli adulti, sottoposto a votazione popolare il prossimo 22 settembre, non prevede il requisito della nazionalità svizzera per gli agenti privati di sicurezza impiegati e neanche il messaggio 6644, il messaggio 6644a e il rapporto commissionale danno indicazioni in tal senso. Come previsto dalla Legge il messaggio 6644 indica che l’attribuzione dei mandati alle agenzie di sicurezza private avverrà conformemente alla legge sulle commesse pubbliche, che non prevede questo requisito; medesimo discorso vale per i testi di legge che regolano le prestazioni di sicurezza effettuate da privati (vedi recente messaggio 6647 e relativo rapporto), i quali prevedono al contrario esplicitamente l’accesso all’attività di amministratore e di agente di ditte di sicurezza per i cittadini dell’Unione europea.

 

Il Tribunale Amministrativo Cantonale stabilito che non occorre il requisito della cittadinanza svizzera e dei requisiti formativi nell’ambito del concorso per la ronda esterna al penitenziario, "ragione per cui si può ragionevolmente dubitare che gli stessi requisiti possano poi essere accettati nel caso in questione. Per queste ragioni e per altre preoccupazioni è stato lanciato appunto il referendum su cui si voterà il 22 settembre". Il Consiglio di Stato ritiene invece fuorviante l'osservazione del Comitato, ripresa dai granconsiglieri PS: "Il servizio di ronda esterna delle strutture carcerarie è, infatti, una semplice attività di pattugliamento, osservazione e controllo che non comporta una partecipazione all’esercizio della pubblica potestà. Compito di ben altra natura è invece l’attività legata alla gestione e alla sorveglianza di cittadini stranieri in detenzione amministrativa ad opera di agenti privati, i quali sarebbero peraltro costantemente sottoposti allo stretto controllo e alla responsabilità della Direzione delle Strutture carcerarie. In questo ambito vige difatti l’applicazione del principio della “pubblica potestà” e quindi si giustifica il vincolo della cittadinanza elvetica".

 

La stoccata finale la riserva il Consigliere di Stato Norman Gobbi, tramite Twitter. Destinatario: Raoul Ghisletta. "Ghisletta ha voluto la libera circolazione, senza conoscerla. E lo dimostra anche ora: agenti privati solo svizzeri!"

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE