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CANTONECentro di emergenza aperto agli asilanti, il PS interroga il Consiglio di Stato

17.01.13 - 10:09
Centro di emergenza aperto agli asilanti, il PS interroga il Consiglio di Stato

CANOBBIO - Il 27 Luglio 2012 è stato aperto a Bellinzona, presso l’ex sede della Fondazione Madonna di Rè, un centro di emergenza temporaneo aperto a richiedenti asilo respinti e quindi destinatari del solo soccorso d’emergenza.

 

Il PS, in un'interrogazione, sottolinea come non risulti nessuna comunicazione ufficiale generalizzata in merito da parte delle autorità cantonali. "Stando alle poche informazioni circolate al proposito - scrivono -, il centro è presidiato da due agenti di sicurezza, è aperto nelle sole ore serali (dalle 19.00 alle 8.00) e fornisce, oltre all’alloggio notturno, la prima colazione, un “pranzo al sacco” e una cena all’interno del centro. Durante l’arco della giornata, i richiedenti non possono usufruire di tale struttura e sono dunque costretti a “stazionare” in città durante buona parte della giornata".

 

La natura di tale centro, stando alla sua denominazione, avrebbe carattere temporaneo e d’urgenza e dovrebbe essere utilizzato per i soli richiedenti asilo già destinatari di una decisione passata in giudicato. "Sembra tuttavia - si legge nell'interrogazione - che all’interno di tale centro alloggino anche richiedenti asilo ancora in procedura. Tra di essi, vi sarebbero persone che vivono in questa situazione da diversi mesi ma anche minorenni e persone bisognose di cura. Sembra inoltre che coloro che si allontanino anche per brevi periodi, non sono più riammessi, senza che venga notificata loro una decisione che motivi tale esclusione".

 

Si porrebbe di conseguenza un problema di ordine giuridico dal momento che la Legge sull’asilo introduce una precisa distinzione tra coloro che possono usufruire dell’aiuto sociale propriamente detto e coloro che possono usufruire del solo soccorso d’emergenza. "Collocare in un’unica struttura coloro che sono esclusi dall’aiuto sociale e coloro che ancora beneficiano dell’aiuto sociale - spiegano dal Partito Socialista -, in quanto non ancora destinatari di una decisione definitiva in merito alla loro domanda d’asilo, parrebbe dunque non ossequiare alla precisa distinzione operata dalla Legge sull’asilo".

 

Al Consiglio di Stato vengono poste quindi le seguenti domande:

1. Chi ha deciso l’apertura del Centro?

2. Il Consiglio di Stato ne era a conoscenza?

3. Quali sono le direttive relative alla sua conduzione e da chi sono state emanate e approvate?

4. Corrisponde al vero che all’interno di tale struttura soggiornano richiedenti asilo respinti e richiedenti asilo ancora in procedura?

5. Se sì, reputa il Consiglio di Stato questa una situazione conforme alla Legge sull’asilo?

6. Corrisponde al vero che sono ospitati – o sono stati ospitati – richiedenti asilo minorenni?

7. Corrisponde al vero che sono stati – o sono attualmente ospitati – richiedenti asilo bisognosi di cure mediche?

8. Se sì, reputa il Consiglio di Stato queste situazioni conformi alla Legge sull’asilo?

9. Quanti richiedenti l’asilo sono ospiti attualmente presso il Centro?

10. Quanti richiedenti l’asilo sono stati ospitati dalla sua apertura ad oggi?

11. Per quanto tempo ancora resterà aperta tale struttura?

12. Corrisponde al vero che coloro che si sono allontanati per qualche giorno non vengono più riammessi senza alcuna formalità.

13. Reputa corretto, l’esecutivo cantonale, tale modo di agire?

14. Come intende affrontare il Consiglio di Stato la problematica delle persone costrette a stazionare, stante la chiusura durante il giorno del centro, in città, in particolare nella stagione invernale?

 

 

 

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