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CANTONE / SVIZZERA«AVS 21 non è la riforma di cui abbiamo bisogno»

14.12.20 - 06:00
I collettivi dello Sciopero femminista e delle donne alzano la voce
Tipress (archivio)
«AVS 21 non è la riforma di cui abbiamo bisogno»
I collettivi dello Sciopero femminista e delle donne alzano la voce
La lettera aperta firmata dai collettivi sarà letta oggi davanti a Palazzo federale e al Mercato coperto di Mendrisio, in occasione della sessione del Gran Consiglio.

MENDRISIO / BERNA - C'è grande rabbia nei collettivi dello Sciopero femminista e delle donne verso la decisione della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati di accettare l'aumento dell'età di pensionamento delle donne nell'ambito della riforma dell'AVS 21.

«La riforma era già inaccettabile prima della crisi sanitaria. E lo è ancora più oggi, dal momento che siamo in prima linea in questa pandemia», si legge in una lettera aperta che oggi sarà scandita ad alta voce anche di fronte a Palazzo federale a Berna e al Mercato coperto di Mendrisio, in occasione della sessione del Gran Consiglio ticinese.

I collettivi rievocano lo sciopero nazionale e la volontà scaturita dalle urne, che per due volte - nel 2004 e nel 2017 - hanno rifiutato le riforme che intendevano innalzare l'età di pensionamento delle donne, chiedendo che la riforma AVS 21 venga abbandonata. «Non è la riforma di cui abbiamo bisogno».

Tre sono invece i punti che secondo i collettivi vanno considerati: rispondere alla necessità «urgente» di migliorare le rendite del 1° pilastro; riconoscere il valore del lavoro domestico, educativo e di cura «rafforzando i meccanismo di bonus» e, infine, «rafforzare l'AVS attraverso un maggior apporto di risorse finanziarie». 

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COMMENTI
 

Marta 3 anni fa su tio
Sono pienamente d'accordo. Anche sul riconoscimento del valore del lavoro domestico educativo e di cura che andrebbe finalmente riconosciuto anche a livello salariale e di conseguenza porterebbe a rivalorizzare la famiglia che attualmente sta andando allo sfascio totale.

Tato50 3 anni fa su tio
Risposta a Marta
L'ho scritto più volte; una che decide di fare la "casalinga" dovrebbe essere pagata. Prima di tutto perché si tratta di un lavoro che se fatto bene richiede il suo tempo, educa i suoi figli e magari lascia pure un posto libero a chi ne ha bisogno. Quelli che in due prendono 300'000 franchi hanno la tata "rumena" e la Doc Sitter, cosi anche il cane crescerà rimbambito come i figli;-))

Marta 3 anni fa su tio
Risposta a Tato50
..grazie per il sostegno :-)

Tato50 3 anni fa su tio
Risposta a Marta
Non c'è di che ;-)) Figurati che il sottoscritto, dopo una trentina d'anni di servizio, si è beccato 4 cancri nello spazio di pochi anni. Operazioni invasive per togliere un rene, un pezzo di polmone e bronco sinistro e, avendo avuto una recidiva, altra "merce" tolta al Chuv di Losanna con un'operazione di 14 ore e non ti dico il resto che ho passato nel mio soggiorno di un mese. Ho tentato di ricominciare a lavorare ma ho capito che era impossibile quindi sono stato messo in pensione anticipata. Naturalmente il salario è calato perché per la pensione ci volevano ancora diversi anni e mi è stato riconosciuto un grado di invalidità al 100 % che copriva la perdita di entrate. Il primo hanno ho ricevuto 500 franchi al mese come rendita per il coniuge, poi è arrivata una letterina che i 500 franchi venivano tolti a causa delle difficoltà finanziarie dell'AI. In pratica mia moglie non esisteva più ma quelli in AI con il mal di schiena che riattano cascine ci sono ancora. ;-((((((

Pongo 3 anni fa su tio
parità dei sessi solo quando fa comodo
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