La sezione bellinzonese del PC si leva qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del PLR e la sua «giravolta»
BELLINZONA - Un educatore di strada che ponga freno a una situazione di furti, vandalismi, danneggiamenti, vie di fatto e consumo di sostanze stupefacenti. È quanto chiesto da una mozione presentata dal consigliere comunale PLR Vito Lo Russo. È stata presentata come un modo per «ridurre, attraverso la conoscenza del mondo giovanile e del territorio, i comportamenti a rischio di ragazzi che per motivi diversi stanno vivendo una situazione di disagio». Ma l'atto consiliare rappresenta anche un'occasione, per la sezione bellinzonese del Partito comunista, di levarsi qualche sassolino dalla scarpa.
«Va ricordato che nel 2009 l’esecutivo della turrita aveva respinto una mozione dettagliata dell’allora consigliere comunale socialista Francesco Lombardo che proponeva l’introduzione di un “operatore sociale (di prossimità)”», si legge in una nota. Undici anni fa «i liberali, assieme alla Lega e a parte del PPD si erano schierati contro l’introduzione dell’operatore». Il motivo? «Bellinzona non può farsi carico di oneri e funzioni che non le competono né la riguardano direttamente».
Quello del PLR viene pertanto definito dai comunisti «la giravolta». Un cambio di prospettiva giustificato con l'aggregazione (e quindi «più disponibilità economiche»), l'aumento del disagio sociale e la vicinanza con le elezioni. Ma la mozione PLR viene contestata anche per i modi: «Pensare che un operatore solo possa occuparsi di tutto da solo vuol dire non avere in chiaro cosa fa un operatore sociale e non aver mai parlato con un educatore di strada o con chi coordina questo tipo di servizi». Per il Partito comunista sono necessari «almeno quattro educatori di strada (due coppie) e un coordinatore che si occupi di sviluppare la politica di intervento e che supervisioni il lavoro».