Il Partito comunista critica l’aumento delle commissioni allo sportello deciso da PostFinance e rivendica nuovamente il ripristino della vecchia regia federale
BELLINZONA - «La Posta criminalizza i cittadini che vogliono usufruire degli sportelli». A pronunciare la dura critica nei confronti dell’ex regia federale è il Partito comunista, che ha espresso in una presa di posizione forte dissenso per la decisione di PostFinance di aumentare da metà del 2020 le commissioni per i pagamenti effettuati allo sportello.
«Quante volte abbiamo sentito dire dalla Posta che se non si paga con il cedolino allo sportello, gli uffici postali sono poco redditizi e dunque chiuderanno? Ora però la stessa azienda impone una tassa in più proprio a coloro che usufruiscono degli sportelli, così da disincentivare i cittadini a recarsi di persona presso l'ufficio postale e quindi di fatto giustificarne lo smantellamento», proseguono i comunisti chiedendo ai vertici della Posta di essere «almeno onesti» nell’ammettere che la loro missione è quella di «distruggere la capillarità del servizio postale per meri margini di profitto».
«La Posta non deve fare utili, deve servire i cittadini. Questa è la definizione di servizio pubblico», conclude il PC, che rivendica la rinuncia all’aumento dei costi, così come la moratoria contro la chiusura degli uffici postali e il ripristino della vecchia regia federale.