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CANTONEIndennità di disoccupazione: «Come vive chi l'ha terminata?»

19.11.19 - 09:34
L'MPS chiede uno studio per conoscere la situazione ticinese
tipress (archivio)
Indennità di disoccupazione: «Come vive chi l'ha terminata?»
L'MPS chiede uno studio per conoscere la situazione ticinese

BELLINZONA - Uno studio per conoscere, a livello ticinese, la situazione delle persone che hanno terminato le indennità di disoccupazione. A chiederlo, tramite una mozione, è il gruppo MPS-POP-Indipendenti attraverso Angelica Lepori, Simona Arigoni e Matteo Pronzini.

Stando alle conclusioni di uno studio appena pubblicato dall’Ufficio federale di statistica (UST), infatti, i disoccupati che esauriscono le indennità riescono a ritrovare lavoro, ma devono accettare salari nettamente inferiori, forme di lavoro più flessibili e precarie e tassi di occupazione più bassi. Dall’ultima revisione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI), entrata in vigore il primo aprile 2011, le persone che esauriscono il diritto alle indennità sono inoltre notevolmente aumentate. Anche il salario orario risulta essere nettamente inferiore: il divario si registra indipendentemente dallo statuto economico ed è più marcato per le categorie professionali superiori.

«Tutto lascia presagire che in Ticino la situazione sia anche peggiore, vista la pessima situazione del mercato del lavoro a sud delle Alpi», sottolinea l'MPS. «Le agenzie interinali e le ore di lavoro svolte dagli interinali in Ticino sono cresciute più della media svizzera - viene fatto notare nella mozione -. Nel nostro cantone dal 2000 il numero di lavoratori interinali si è moltiplicato per 3,5 e le ore fornite sono più che quintuplicate. Possibile quindi che vi siano persone che sbarcano il lunario con lavori a tempo determinato, senza mai riuscire a trovare un impiego fisso».

Passando dalla sottoccupazione, «in Ticino più elevata che nel resto della Svizzera», ai salari, «sempre di circa 1'000 franchi inferiori a quelli nazionali», l'MPS sostiene quindi che «continuare a mantenere il più stretto riserbo su queste tendenze allarmanti, non contribuirà a migliorare la situazione e non permetterà quindi di adottare misure adeguate».

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