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CANTONE / GRIGIONI«Un incontro nel segno dell'amicizia tra Ticino e Grigioni»

29.09.19 - 14:37
L'eliporto della Heli Rezia di San Vittore ha ospitato ieri un brunch con i consiglieri nazionali Magdalena Martullo-Blocher e Marco Chiesa
«Un incontro nel segno dell'amicizia tra Ticino e Grigioni»
L'eliporto della Heli Rezia di San Vittore ha ospitato ieri un brunch con i consiglieri nazionali Magdalena Martullo-Blocher e Marco Chiesa

SAN VITTORE - La popolazione grigionese e ticinese si è incontrata ieri all'eliporto della Heli Rezia di San Vittore nell'ambito di un brunch con i consiglieri nazionali UDC Magdalena Martullo-Blocher e Marco Chiesa. Il loro primo incontro di questo genere - ricordiamo - aveva avuto luogo l'anno scorso a Giubiasco. All’evento svoltosi questa volta nei Grigioni hanno preso parte più di 250 persone provenienti dal Grigioni italiano come pure dal Ticino.

In mattinata, prima del momento festoso, i consiglieri nazionali Chiesa e Martullo-Blocher si sono incontrati con 30 imprenditori del Moesano. È stato un momento di riflessione sullo stato di
salute dell'economia regionale e nazionale. Dall’accesa discussione è emerso che il settore imprenditoriale soffre della crescita marcata della burocrazia, della sete di regolamentazione e
delle nuove tasse che per vari motivi vengono imposte.

M. Martullo ha aggiunto che «purtroppo siamo solo all’inizio di un processo pericoloso voluto da tutti i partiti, ad eccezione dell’UDC, in cui assisteremo a un rincaro tra l’altro della benzina di 12 cts. e dell’olio da riscaldamento di 24 cts. Dovremo inoltre subire imposizioni e rincari anche nel mondo immobiliare».

Durante il momento festoso del brunch i due consiglieri nazionali M. Chiesa e M. Martullo-Blocher sono stati bersagliati da una lunga serie di domande, in particolare sull’Accordo quadro
con l’UE e la situazione rischiosa per i posti di lavoro nelle zone di frontiera. Marco Chiesa ha ribadito che la firma dell’Accordo quadro «aggraverebbe la già precaria situazione del lavoro
soprattutto nelle zone di frontiera e priverebbe la Svizzera della facoltà di intervenire con misure proprie e adeguate».

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