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LUGANOLe tredici frontaliere nell’armadio del "primanostrista" Ghiggia

27.09.19 - 09:45
Nuove rivelazioni, ma il candidato leghista agli Stati ribatte: «Dal 2011 non ho fatto nuove assunzioni e non c’è mai stato un ticinese sostituito per questioni di dumping salariale»
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Le tredici frontaliere nell’armadio del "primanostrista" Ghiggia
Nuove rivelazioni, ma il candidato leghista agli Stati ribatte: «Dal 2011 non ho fatto nuove assunzioni e non c’è mai stato un ticinese sostituito per questioni di dumping salariale»

LUGANO - Come a Cana si moltiplicano le frontaliere assunte in passato da Battista Ghiggia. Si era partiti con una, adesso sarebbero 12, secondo laRegione che dedica al tema un servizio e il commento del direttore. Lui però, il candidato leghista al Consiglio degli Stati, ribatte che si tratta di assunzioni vecchie, risalenti a quattro anni prima del suo impegno in politica: «Ribadisco, ed questa la cosa importante, che dal 2011 non ho fatto nuove assunzioni e che non c’è mai stato un ticinese sostituito per questioni di dumping salariale. Se in quegli anni ho assunto personale frontaliero è perché i profili di cui avevo bisogno in Canton Ticino non sono stati trovati». Per l’avvocato luganese, «dove ci sono competenze e qualifiche sul mercato locale non è invece necessario far capo a stranieri e questo principio è per me sacrosanto». Quanto alla dozzina di permessi G, di cui una persona divenuta dimorante: la Regione scrive che alcune dipendenti hanno lavorato per tot mesi, altre per più anni. Dal 2014 e almeno fino all’anno scorso le segretarie erano due e le stesse. Pagate anche bene. Alle dodici, andrebbe poi aggiunta la collaboratrice domestica cui ha accennato domenica scorsa il Caffè.

Udc: «Noi coerenti» - Ma la vicenda, che Ghiggia ritiene «costruita per renderla imbarazzante», più di una perplessità la sta creando anche tra gli alleati dell’Udc nella corsa verso Berna. «Quanto uscito sul tema frontalieri - ha dichiarato, sempre al giornale sopracenerino, il presidente democentrista Piero Marchesi - non mi è piaciuto e anche al nostro interno ha causato diverse critiche. Per quanto ci riguarda noi siamo coerenti. Per cui se diciamo “Prima i nostri”, nei nostri comportamenti cerchiamo di essere conseguenti». Quanto a Ghiggia, è lui, conclude Marchesi, «che se lo ritiene deve dare delle spiegazioni agli elettori in merito alle sue scelte aziendali».

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