La proposta del Consiglio federale «penalizza le donne e le fasce deboli della popolazione»
LUGANO - I Verdi e la Sinistra Alternativa (che raggruppa rappresentanti del PC e del Forum Alternativo) contestano ferocemente il messaggio sulla riforma AVS 21 varato ieri dal Consiglio federale. «È una vera pugnalata nei confronti delle donne e delle fasce più deboli della popolazione».
I rappresentanti rosso-verdi non vedono infatti di buon occhio l'aumento dell’età di pensionamento per le donne a 65 anni, l'incremento dell’IVA del 0.7% e la maggiore flessibilità nella riscossione della rendita, con l’obiettivo di incentivare gli assicurati a lavorare più a lungo, fino addirittura a 70 anni. «Non accetteremo nessun rialzo dell’età di pensionamento, soprattutto finché le donne non percepiranno un salario uguale a quello degli uomini», attaccano Verdi e Sinistra Alternativa. «Senza dimenticare che dei salari uguali per le donne contribuirebbero a diminuire di molto i problemi dell’AVS».
L’aumento dell’IVA - secondo Verdi e Sinistra Alternativa - penalizza infatti «i meno abbienti, in piena contraddizione con il principio di solidarietà che sta alla base all’AVS. E che dire dell’organizzazione volta ad incitare gli assicurati a lavorare più a lungo in un mondo del lavoro caratterizzato da precarietà, disoccupazione e stress? Per usare un eufemismo, non ci sembra una soluzione proponibile, e di certo non aiuterà a risolvere i problemi dell’AVS».