I deputati leghisti Robbiani, Tonini e Guscio interrogano il Governo esprimendo i loro timori circa un possibile «effetto di sostituzione»
BELLINZONA - Di recente la direzione della SUPSI ha presentato il rapporto annuale 2018, dal quale emerge che il numero di studenti iscritti ai vari indirizzi di studio è in costante crescita e ha ormai superato le 5'000 unità.
A preoccupare i deputati leghisti Massimiliano Robbiani, Stefano Tonini e Laila Guscio è però il numero degli studenti stranieri, «in particolare di quelli in provenienza dalla vicina Italia». «Più volte - sottolineano - si è infatti parlato dell’ampio ricorso a professori, ricercatori e collaboratori d’oltre confine, assunti in massa dall’istituto nel corso degli anni. Ora, con l’aumento degli studenti, non vorremmo che questo problema si perpetrasse all’infinito, nel senso che prima le persone vengono formate e successivamente assunte alla SUPSI o nelle aziende presenti sul nostro territorio, sovente a scapito dei lavoratori locali con un chiaro effetto di sostituzione».
Sulla base di queste premesse vengono poste al Governo le seguenti domande: