Dopo il caso dei Castelli, la sezione bellinzonese della Lega dei Ticinesi denuncia un'altra gestione "poco brillante": quella del Teatro Sociale
BELLINZONA - «Ci risiamo! Il cittadino dovrà passare alla cassa per coprire un nuovo buco». Comincia così una lunga presa di posizione della sezione bellinzonese della Lega dei Ticinesi che denuncia «un’altra gestione poco brillante»: quella di Bellinzona Teatro, uno degli Enti autonomi della Città. L’importo necessario - a fondo perso - supererebbe i 300'000 franchi.
A distanza di pochi mesi, il Municipio ha quindi chiesto al Consiglio comunale di approvare oltre mezzo milione di franchiper azzerare le due importanti perdite (300mila per il Teatro, a cui si sommano i 200mila versati per i Castelli).
La Lega lamenta inoltre il tempismo con cui è stato comunicato l'ammanco: «Dispiace constatare che per non ostacolare il primo pagamento, il Municipio abbia taciuto – pur essendone a conoscenza da tempo – il secondo scoperto. Una mancanza di trasparenza che sembra ripetersi con troppa facilità in Città».
«Come successo con i Castelli, anche in questo caso, prima sono stati spesi i soldi e poi si obbliga il Municipio ad accordare un credito straordinario», rilevano i leghisti, che pongono delle domande: «Il direttore dopo anni è ancora la persona giusta? La proposta messa in cartellone è tuttora adeguata? Sempre pensando al direttore (che a quanto sembra gode del lusso di poter lavorare da casa), perché dopo la riduzione d’offerta, rispettivamente l’azzeramento della produzione artistica non è stato rivisto al ribasso pure il suo stipendio? È tuttora giustificato un impiego a tempo pieno per gestire una cinquantina di serate all'anno? Per l’affitto delle sale per gli aperitivi del Carnevale Rabadan o di qualche ditta di elettrodomestici basta infatti un semplice custode. Probabilmente invece di prevedere ulteriori assunzioni e giunto il momento di rivedere i compiti».
Infine, la sezione bellinzonese della Lega punta il dito soprattutto «sulle serate a teatro di pochi che non devono essere a carico della comunità, ma rifarsi al principio causale (chi beneficia paga)», auspica una gestione più oculata e l’aumento di un paio di franchi del costo del biglietto: «Vantarsi del prezzo d’entrata più a buon mercato della Svizzera per poi battere cassa ha veramente poco senso».