La Lega dei Ticinesi non usa mezzi termini per commentare il «pizzo da 1.3 miliardi all’UE»: «Un ennesimo atto di servilismo di cui ci si può solo vergognare»
LUGANO - Il Consiglio nazionale si è accodato - con 125 voti favorevoli, 65 contrari e nessuna astensione - al Consiglio degli Stati, dando luce verde al contributo di coesione all'Unione europea. Di fatto, solo il gruppo dell'Udc (che comprende anche i due deputati della Lega dei ticinesi a Berna) si è schierato contro il versamento.
Puntuale è arrivata la reazione del partito di Via Monte Boglia, il quale parla di «triciclo PLR-PPD-P$$ alla Camera del popolo che ha stabilito che la Svizzera “deve” versare il pizzo da 1.3 miliardi alla fallita Unione europea. La quale, per tutto ringraziamento, ci ricatta e ci discrimina». Il riferimento è ad esempio, alla decisione della scorsa settimana di mantenere il nostro Paese iscritto nella lista grigia dei paradisi fiscali.
La Lega dei Ticinesi reputa questo atteggiamento «scandaloso ed indegno», «l’ennesimo atto di bieco servilismo di cui ci si può solo vergognare». Anche perché, rileva ancora il partito, oltre a non esserci nessuna contropartita, questi soldi non raggiungono nemmeno l’obiettivo dichiarato, ossia quello di contenere l’immigrazione dai “nuovi” Stati membri dell’UE verso quelli vecchi (e verso la Svizzera).