Lorenzo Quadri ha inoltrato una mozione al Consiglio federale: «La situazione è inaccettabile»
BELLINZONA - Restituire alle economie domestiche i 600 milioni di canone radiotelevisivo «prelevati in esubero da Serafe nel 2019 tramite la fatturazione scaglionata». È quanto chiede una mozione di Lorenzo Quadri inoltrata al Consiglio federale.
Il sistema di fatturazione scaglionata «permetterà alla SSR di disporre di 600 milioni in più per il 2019, a scapito delle economie domestiche svizzere. Ciò è chiaramente inaccettabile» scrive Quadri, che aggiunge anche la questione della disparità di trattamento: «ci sono economie domestiche, quelle inserite nei gruppi di fatturazione degli ultimi mesi del 2019, che si troveranno a pagare quasi un anno di canone in più».
Quadri nel testo della mozione ribadisce che la SSR non può beneficiare di 600 milioni di franchi «prelevati indebitamente dalle tasche dei cittadini. A maggior ragione se si considera che l’emittente pubblica, nell’ambito della votazione sull’iniziativa “No billag” si è impegnata a risparmiare».