In Gran Consiglio è stato presentato oggi il rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta. Si giustifica ancora l'emergenza, ma c'è chi chiede le dimissioni dell'intero Governo
BELLINZONA - Gli errori, le superficialità, il mancato rispetto delle leggi e l’emergenza prolungata. Sono i concetti che ricorrono questo pomeriggio nell’aula del Gran Consiglio, dove il plenum è impegnato nel dibattito sullo scandalo legato al settore dell’asilo e al mandato attribuito ad Argo 1. La domanda centrale, che da ormai due anni aleggia sulla vicenda, resta tuttora senza risposta: quale fu il motivo che portò alla scelta della società di sorveglianza diretta da Marco Sansonetti?
Tutti su Beltraminelli - Nelle proprie conclusioni, la Commissione parlamentare d’inchiesta ha sottolineato come «siano state ripetutamente violate le principali regole alla base della gestione della cosa pubblica». A risaltare è in particolare la figura di Paolo Beltraminelli, al quale - in quanto direttore del DSS - viene attribuita la responsabilità politica di quanto accaduto. Anche se gli viene comunque riconosciuto «un eccesso di fiducia nei confronti dei suoi collaboratori» e al Consiglio di Stato viene rimproverato di averlo lasciato da solo a gestire «un'emergenza», come continuamente viene definita.
L'emergenza - «L’emergenza onorevole Beltraminelli c’era nel 2012 - lo incalza Giorgio Galusero (PLR) -. Non c’era più quando lei ha firmato il mandato ad Argo, violando le regole. La sua responsabilità è lampante. A distanza di due anni lei non ha ancora capito la portata di quanto accaduto nel suo ufficio». Gli fa eco Daniele Caverzasio (Lega): «Il fattore di emergenza non dovrebbe essere ricorrente. Se è durata tre anni vuol dire che qualcosa non ha funzionato». Michela Delcò Petralli (Verdi) si rivolge direttamente al direttore del DSS: «Onorevole Beltraminelli, non so se si è reso conto che i suoi funzionari agivano come se sopra di loro non ci fosse nessuno».
Il ruolo del Governo - Claudio Zali, nel ruolo di presidente del Consiglio di Stato, ribadisce quanto indicato nella risposta del Governo al rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta. All'"accusa" rivolta al Governo di avere lasciato solo Beltraminelli, risponde che «i singoli dipartimenti hanno capacità e risorse per gestire temi anche complessi» e che «un tema diventa di trattazione collegiale se il titolare del dipartimento lo richiede». Il Consiglio di Stato «sottolinea però la positiva reazione avuta dopo l’assunzione del tema».
Non ci sta Matteo Pronzini (MPS), secondo cui «queste cinque persone dovrebbero avere il coraggio di prendere i loro stracci e andare a casa», non solo Beltraminelli ma tutti i consiglieri, «perché il Ticino merita di più di voi cinque».
«Ora si lavori con serietà ed efficienza» - Prima di concludere la discussione, ha preso la parola il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta Michele Foletti, che ha voluto tornare su un punto ben preciso: «Come si fa a dire che i funzionari hanno agito sempre in buona fede?». Nella speranza che «questa vicenda venga chiusa oggi», ha però voluto sottolineare come dopo il 22 febbraio 2017 il Governo si sia attivato per mettere in pratica tutta una serie di provvedimenti per impedire che il caso Argo 1 e simili possano ripetersi. «Questo scandalo ha permesso di migliorare, di portare dei correttivi». La Commissione si augura «che tutta questa vicenda permetterà a tutta l’amministrazione di cominciare a lavorare con serietà, con impegno, efficienza, serenità, lasciandosi alle spalle una brutta storia che però ha cambiato le cose all’interno dell’amministrazione cantonale».