Il presidente dell'Udc commenta le parole di Norman Gobbi che si è dichiarato favorevole all’intesa con i democentristi e aggiunge: «Ora mi pare un po' tardi»
LUGANO - «Le ambizioni di Marco Chiesa», afferma oggi sul Caffè l’ex consigliere nazionale Udc Pierre Rusconi sarebbero state all’origine del mancato accordo elettorale tra i democentristi e la Lega. Una stilettata in famiglia (anche se non va dimenticato il trascorso di Rusconi con la casacca di via Monte Boglia) che ha sorpreso il presidente dell’Udc Piero Marchesi. Soprattutto perché l’accusa lascia intendere che a non volere l’intesa siano stati loro, gli Udc…
«A Rusconi sono sfuggiti diversi capitoli in questa storia - dice Marchesi a Tio/20Minuti - , ma forse l’occasione è buona per fare un po’ di chiarezza. È noto da tempo, anche pubblicamente, che tra le due opzioni concordate con Norman Gobbi e Antonella Bignasca, c’era quella di una doppia candidatura Lega-Udc agli Stati. Il più votato poi avrebbe incassato il sostegno dell’area al secondo turno» dice Marchesi. Si parla del “do ut des”, degli equilibri tra dare e avere per far correre assieme Lega e Udc sia alle elezioni cantonali che alle federali 2019. «Il problema dunque non è Marco Chiesa, a cui tra l’altro lo stesso Rusconi attribuisce le qualità per rappresentare il Ticino agli Stati, anzi. L’Udc ha mantenuto la linea e ha confermato la sua disponibilità alle versioni concordate a tavolino, sia al 3-2-1-1 sia il 4-1-1 (ossia 3 candidati Lega e 2 Udc in corsa per il Consiglio di Stato più una coppia Udc-Lega per gli Stati, ma anche l’altro scenario 4 candidati Lega e 1 Udc per il Governo e 1 candidato Udc agli Stati, ndr). Nessuna retromarcia da parte nostra - continua Marchesi - se non siamo andati in quella direzione è piuttosto chiaro chi abbia negato il consenso. Mi fa piacere che Norman dica di essere pronto a ri-sottoscrivere l’accordo che avevamo discusso assieme, ma non deve convincere noi, semmai i suoi della Lega. Ora mi pare un po’ tardi, se veramente si voleva un accordo non si doveva tergiversare per mesi, non stiamo giocando».
Il presidente dell’Udc allude a un’intervista pubblicata oggi dal Mattino, nella quale Norman Gobbi, a proposito di un riavvicinamento “dell’ultimo minuto” dichiara: «Dipendesse da me, direi ovviamente di sì» afferma il consigliere di Stato. Già, da chi dipende? chiediamo ancora a Marchesi: «Bella domanda, io nell’Udc in una settimana ho avuto l’ok dai miei per sottoscrivere l’accordo, nella Lega mi pare tutto molto più complicato».
Di più il presidente Udc non dice. Ma quel “dipendesse da me” sfuggito a Gobbi rivela l’esistenza di un fronte di peso contrario all’accordo. E se su un piatto della bilancia da un lato ci sono Antonella Bignasca e Norman Gobbi, sull’altro a dire di no, spuntandola, ci devono essere altrettanti pezzi da 90. Tanto più che, in prima linea, a favore dell’intesa nonostante le scomposte smentite da parte del foglio leghista c’è anche nome grosso dell’Udc svizzera: Christoph Blocher. Come anticipato da Tio/20Minuti a inizio novembre.