Il Partito Comunista dice No al miliardo di coesione versato nelle casse di Bruxelles: «Piuttosto investiamo nei Paesi emergenti»
LUGANO - Il Partito Comunista, «di fronte anche al resto della sinistra succube dei dogmi europeisti», esprime un giudizio negativo nei confronti della decisione del Consiglio degli Stati a favore del contributo miliardario da parte della Confederazione ad alcuni Stati membri dell’UE.
Per il PC infatti questi soldi «pagati dai lavoratori del nostro Paese» finiranno «nelle casseforti di governi dell’Est Europa che hanno distrutto i loro Paesi, gettandoli nelle fauci della Banca Mondiale, dell’UE e della NATO». Si tratta inoltre di un «subdolo modo» per le multinazionali svizzere di «saccheggiare» il mercato est-europeo «a loro piacimento».
Con il miliardo di coesione all'Ue, il Consiglio federale «regalerebbe i nostri soldi a governi che finora hanno saputo solo privatizzare, tagliare le pensioni, reprimere i sindacati e spesso gettato sul lastrico i loro stessi cittadini. Altro che ridurre le disparità fra paesi». Il Partito comunista auspica quindi che la Svizzera smetta «di recepire passivamente i diktat dell’UE», riscopra la sua sovranità economica e investa piuttosto nell’area euroasiatica e nei Paesi emergenti, a partire dai BRICS: «Lì sta il futuro! L’UE invece è una gabbia in cui la nostra economia potrà solo iniziare un inesorabile declino».