Il Gran Consiglio ha approfondito il ricorso all'articolo 24 della Legge sull’organizzazione giudiziaria da parte del Consiglio di Stato
BELLINZONA - La nomina dei magistrati è autorità del Gran Consiglio e non del Consiglio di Stato ed è quindi necessario nel prossimo futuro fare chiarezza sui campi di applicazione dell’articolo 24 della Legge sull’organizzazione giudiziaria, il quale prevede che «in caso di vacanza di qualsiasi seggio giudiziario o di impedimento di carattere durevole» sia l’Esecutivo a designare un supplente «fino alla sostituzione o alla cessazione dell’impedimento».
La decisione è stata presa oggi dal Gran Consiglio, che a larga maggioranza (72 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astensioni) ha aderito alle conclusioni del rapporto prodotto dalla Commissione della legislazione sul mandato di alta vigilanza concernente la designazione di due giudici da parte del Governo.
L'alta vigilanza - Ad attivare l’alta vigilanza, lo ricordiamo, è stata una richiesta del deputato Matteo Pronzini a seguito della designazione - con due risoluzioni governative dello scorso 3 agosto - di due supplenti rispettivamente per l’Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi e per il Tribunale penale cantonale. Ed è in particolare la seconda ad essere stata ritenuta «impropria», come puntualizzato da Maurizio Agustoni (PPD).
«L’auspicio del fare chiarezza non può restare su carta. È arrivato il momento di chiarire queste eccezioni. L’interesse pubblico non è trovare soluzioni ad hoc solo quando serve», ha dichiarato prima del voto Natalia Ferrara (PLR). Nel portare l’adesione del gruppo socialista, Jacques Ducry (PS - Indipendente) ha invece bacchettato i colleghi per la «decisione sciagurata» riguardante la riduzione del numero di giudici dei provvedimenti coercitivi. Tra i pochi a non aver aderito c’è invece Matteo Pronzini (MPS), che ha voluto destinare «un voto di sfiducia» ad un «irrispettoso Consiglio di Stato».
Buona fede - Consiglio di Stato che «non ha mai voluto prevaricare», ha confermato il capo del DI Norman Gobbi, che ha altresì accolto positivamente il riconoscimento - da parte della commissione e della maggioranza del plenum - della bontà dell’azione del Governo: «Ciò che è stato fatto è stato fatto in buona fede, per il funzionamento della giustizia», ha precisato il consigliere di Stato, ammettendo però la necessità di correttivi da applicare.