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4'739 firme per un Ticino laico

CANTONE4'739 firme per un Ticino laico

06.11.18 - 17:30
Sono state consegnate le prime firme, ma sul sito dell'iniziativa viene indicato che quelle raccolte sono 7'060. C'è tempo fino al 13 novembre per raggiungere le 10'000
TiPress
4'739 firme per un Ticino laico
Sono state consegnate le prime firme, ma sul sito dell'iniziativa viene indicato che quelle raccolte sono 7'060. C'è tempo fino al 13 novembre per raggiungere le 10'000

BELLINZONA - Sono state consegnate oggi alla Cancelleria dello Stato le 4'739 firme raccolte per l'iniziativa "Ticino laico". A palazzo delle Orsoline Giovanni Barella, primo firmatario, Gaddo Melani e Renato Tamagni. 

Sul sito dell'iniziativa viene indicato che le firme raccolte e conteggiate fino a oggi sono 7'060 (10'000 quelle necessarie entro il 13 novembre).

L'iniziativa era stata lanciata il 31 agosto per chiedere la modifica dell'articolo 24 della Costituzione cantonale, quello che attualmente riconosce alla Chiesa cattolica e a quella evangelica riformata lo statuto di ente di diritto pubblico, meritevole quindi di sussidi e contributi di Enti pubblici, «denaro di tutti i contribuenti, indipendentemente dalle loro convinzioni religiose». Agevolazioni che agli iniziativisti appaiono «discriminatorie e anacronistiche». 

I promotori dell'iniziativa ritengono che la Costituzione cantonale debba tenere conto della separazione fra Stato e Chiese prevedendo uno «Stato laico» che «osserva la neutralità religiosa» e «non promuove né sovvenziona alcuna attività legata ad un culto».

L'iniziativa aveva sin da subito suscitato la reazione negativa del Partito popolare democratico, che aveva puntato il dito in particolare contro alcune delle persone che sostengono il progetto di modifica costituzionale, tra cui Gabriele Gendotti e Dick Marty definiti «ex consiglieri di Stato radical chic dalle robuste pensioni per l’occasione riemersi dalle nebbie di un passato dimenticato». Secondo il PPD l'obiettivo dell'iniziativa è quello di «annullare ogni possibile collegamento con la nostra storia e le nostre radici cristiane» ed è un «tentativo di boicottaggio della nostra identità».

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