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CANTONE / SVIZZERAPiù di due miliardi per la seconda canna

14.09.18 - 15:06
È quanto chiede di stanziare il Consiglio federale al Parlamento. In tutto sono 14 i miliardi chiesti per strade nazionali e traffico d'agglomerato
Ti Press
Più di due miliardi per la seconda canna
È quanto chiede di stanziare il Consiglio federale al Parlamento. In tutto sono 14 i miliardi chiesti per strade nazionali e traffico d'agglomerato

BERNA - Oltre 14 miliardi di franchi per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato. È quanto chiede di stanziare il Consiglio federale al Parlamento. Tra i progetti da finanziare c'è il raddoppio del San Gottardo, la costruzione di diverse linee tranviarie in Svizzera.

La somma si divide in tre crediti: 8,156 miliardi di franchi sono necessari per l'esercizio e la manutenzione delle strade nazionali per il periodo 2020 - 2023; 4,651 miliardi per il raddoppio del San Gottardo e il cantieramento di tre importanti progetti; e 1,34 miliardi per le infrastrutture negli agglomerati.

Aumento prezzo benzina rinviato

Tutti i progetti sono finanziati tramite il Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA), approvato in votazione nel febbraio dello scorso anno. Esso prevede la possibilità di aumentare le tasse sui carburanti (4 centesimi al litro). Tuttavia, come ha ricordato oggi la consigliera federale Doris Leuthard in conferenza stampa, tale incremento non dovrebbe scattare prima del 2025.

L'aumento del supplemento fiscale sugli oli minerali , peraltro mai adeguato al rincaro dal 1974, entrerà in vigore infatti unicamente quando le riserve del FOSTRA scenderanno sotto i 500 milioni di franchi. Dato l'aumento delle entrate - il primo gennaio 2018 il Fondo aveva già incassato 1,8 miliardi in più di quanto preventivato - e la diminuzione delle uscite - alcuni investimenti sono rinviati a causa di ricorsi - questa soglia non sarà superata prima della metà del prossimo decennio.

Salgono i costi di manutenzione

Tornando ai tre crediti d'impegno chiesti dal governo alle Camere, il primo si suddivide in 430 milioni per l'esercizio, 1,1 miliardi per la manutenzione e tra 600 e 700 milioni per adattamenti imposti da nuove prescrizioni legislative o norme tecniche (ogni voce di spesa è da considerarsi all'anno per il periodo in esame).

Questi investimenti sono necessari per evitare il deterioramento del patrimonio infrastrutturale. La manutenzione svolta negli ultimi anni non è infatti stata sufficiente per mantenere integralmente il livello di qualità strutturale. I fondi chiesti sono quindi superiori rispetto al recente passato.

Finanziato il raddoppio del San Gottardo

Per la cosiddetta Fase di potenziamento 2019 e per le "grandi opere sulla rete delle strade nazionali" sono come detto previsti 4,651 miliardi. Quasi la metà di tale somma - 2,084 miliardi - è destinata alla costruzione della seconda canna tra Airolo e Göschenen (UR), ha ricordato Leuthard. Stando al programma attuale, il cantiere durerà circa sette anni e l'entrata in funzione nuovo tubo è previsto per il 2027.

Il governo - ha proseguito la ministra dei trasporti - ha anche previsto la cantierizzazione di tre importanti opere destinate a eliminare le strozzature sulla rete autostradale e a trasferire il traffico dalla rete cantonale a quella nazionale. Il Parlamento è così chiamato sbloccare 316 milioni per il decongestionamento dell'area di Crissier (VD), 1,47 miliardi per il cosiddetto "bypass" di Lucerna e 481 milioni per la circonvallazione di Le Locle (NE).

Gli altri progetti figuranti nell'"Orizzonte realizzativo 2030" sono invece stati rinviati. Il potenziamento dell'A2 tra Lugano Sud e Mendrisio figura invece nei progetti da realizzare per il 2040.

Il collegamento A2-A13 sul Piano di Magadino non è invece menzionato: i progetti cantonali che non hanno ancora ricevuto il via libera parlamentare sono infatti esclusi. Un riesame è però già previsto dopo l'integrazione di questa a altre arterie nella rete delle strade nazionali il primo gennaio 2020.

Oltre un miliardo per gli agglomerati

L'ultimo credito chiesto oggi concerne la terza generazione del programma Traffico d'agglomerato. Esso comporta un mix di mezzi di trasporto - pubblico e privato - e promuove la sviluppo centripeto degli insediamenti.

In Svizzera il 75% degli abitanti e l'80% dei posti di lavoro si trovano infatti negli agglomerati, ha ricordato Leuthard. Cantoni e Comuni non sono però in grado di finanziare da soli le infrastrutture necessarie, per questo motivo Berna versa loro sovvenzioni comprese tra il 30% e il 50% del costo dei singoli progetti.

Per questo terzo programma, l'esecutivo propone di sostenere 32 regioni. Tra i maggiori investimenti previsti figurano la costruzione della Limmattalbahn tra Schlieren (ZH) e Killwangen (AG), la seconda tappa della terza linea della metropolitana di Losanna, nonché nuove linee tranviarie a Berna, Basilea e Ginevra.

In Ticino sono previsti puntuali investimenti sulle reti di trasporto pubblico nel Locarnese e nel Bellinzonese. Per quel che concerne il traffico privato, i maggiori investimenti sono destinati alla riorganizzazione degli svincoli autostradali di Aesch (BL) e Rorschach (SG).

Criteri più severi

Oggi Leuthard ha anche fatto il punto sull'avanzamento dei programmi d'agglomerato di prima e secondo generazione. Finora il primo credito è stato utilizzato nella misura del 58%, il secondo per il 27%.

Diversi sono i motivi per i quali i progetti hanno accumulato ritardi: opposizioni, votazioni referendarie e cambiamenti delle condizioni quadro. Il vicedirettore dell'Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) Ulrich Seewer ha fatto l'esempio della tranvia per Ostermundigen, nella periferia di Berna: bocciata in seguito a un referendum, il progetto è stato ripescato grazie a una iniziativa popolare; la sua realizzazione è però stata ritardata di anni.

Per evitare questi inconvenienti con la terza generazione sono stati introdotti criteri più severi per quel che concerne i tempi di realizzazione dei progetti, ha precisato Leuthard. Se i lavori non inizieranno entro sei anni dall'adozione del relativo decreto federale, i contributi stanziati dalla Confederazione dovranno essere restituiti.

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