Matteo Pronzini e l'MPS replicano ai quattro consiglieri di Stato che hanno querelato penalmente il deputato per denuncia mendace e calunnia
BELLINZONA - La denuncia penale depositata dai quattro membri del Governo (Gobbi, Zali, Vitta e Beltraminelli) viene dunque giudicata «penosa e vergognosa» dal deputato dell'MPS. «Non vi è nemmeno l’ombra di un estremo che possa in qualche modo configurare i reati vaneggiati dai consiglieri di Stato. I quali si comportano come quell’automobilista che, richiamato da un agente di polizia per aver aver parcheggiato con la propria fuoriserie su un posto per disabili, se la prende querelando l’agente di polizia», rileva.
Abuso di autorità? - Lo scorso 27 agosto, prendendo atto che quattro dei cinque consiglieri di Stato continuano a percepire alcune indennità (in particolare quella di 300 franchi mensili per l’abbonamento telefonico), il deputato Matteo Pronzini si era infatti rivolto al nuovo Procuratore Generale con un breve scritto che così concludeva: «Poiché la conoscenza di questa situazione d’illegalità non ha provocato alcun ravvedimento da parte dei diretti interessati (con l’eccezione di Manuele Bertoli), le chiedo formalmente di verificare se il decreto d’abbandono adottato dal Suo predecessore rimangono validi a far tempo dallo scorso mese di marzo, o se deve invece essere promossa, contro i Consiglieri di Stato attualmente in carica, l’accusa per reato di abuso d’autorità o altri eventuali reati». Un atto - precisa Pronzini - che qualsiasi altro parlamentare degno della carica che riveste avrebbe dovuto fare.
«Tentativo miserabile» - Pronzini si spinge però più in là, provando a trovare una ragione per la decisione dell'Esecutivo cantonale (eccetto Bertoli) di querelarlo: cercare di far pressione su di lui e sul suo Movimento, rei di aver denunciato il «malandazzo»: «Un tentativo, miserabile, di mettere un bavaglio ad una opposizione che fa il lavoro dell’opposizione e che non si prostra davanti ai diktat del Governo. E non solo su questioni di carattere politico, ma anche su questioni che hanno una rilevanza etica fondamentale e attengono al rispetto delle leggi che, per primi, i membri del governo dovrebbero praticare».
«Non sorprende - continua Pronzini - che questo attacco arrivi proprio in concomitanza con la diffusione di una perizia giuridica, voluta dalla commissione della gestione e redatta dal giurista del Consiglio di Stato, che conferma come la richiesta inoltrata da Matteo Pronzini, tesa alla restituzione da parte dei consiglieri ed ex-consiglieri di Stato di quanto indebitamente percepito in materia di rimborso spese, sia legittima».
«Pagate fino all'ultimo centesimo» - In conclusione, l'MPS e il suo deputato in Gran Consiglio, «sicuri che le denunce di illegalità riscontrate e dei comportamenti miserabili dei governanti e di chi li sostiene siano in sintonia con le aspirazioni di buona parte della popolazione ticinese» chiedono a gran voce che i consiglieri di Stato paghino il proprio abbonamento telefonico per intero e fino all’ultimo centesimo.