Il PS critica la proposta di Christian Vitta: «Non fa il bene del ceto medio e non può essere spiegata come una misura in favore di tutta la popolazione»
BELLINZONA - Una riduzione delle imposte del 5% a tutte le persone fisiche del canton Ticino. È la proposta del direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) Christian Vitta. Una proposta che è stata discussa oggi in Consiglio di Stato e che - con la già annunciata riduzione dell’imposta sugli utili delle aziende - verrebbe attuata con la riduzione del moltiplicatore cantonale dal 100% al 95%.
Ma l’idea non piace al Partito socialista, che la definisce «un regalo alle persone maggiormente fortunate»: «Una diminuzione lineare delle imposte del 5% per le persone fisiche non fa il bene del ceto medio. Lo sconto concesso ai contribuenti è più allettante tanto maggiore è il suo reddito imponibile». Il PS - che teme come controparte il taglio di aiuti sociali quali gli assegni familiari e di prima infanzia - spiega la propria posizione in cifre: «Per la fascia di reddito imponibile tra i 30 e i 40 mila franchi il beneficio medio per l’economia domestica sarà di 59 franchi. Se però prendiamo le persone con un imponibile superiore a 200 mila franchi il beneficio medio sarà di 2’313 franchi».
I socialisti criticano anche i modi con cui il direttore del DFE ha annunciato la sua proposta, comparsa sulle pagine del Corriere del Ticino questa mattina, prima della discussione in Consiglio di Stato: «Questo modo di fare politica non appartiene alle tradizioni del nostro Paese». Per il PS Vitta dovrebbe dimostrare «maggior senso di responsabilità poiché non è possibile ignorare l’opinione del 49,9% dei ticinesi che hanno rifiutato - lo scorso 29 aprile - la Riforma fiscale», come pure «non è possibile persistere nella conduzione di riforme fiscali cantonali, ignorando le discussioni e le decisioni in atto sul piano federale».
«Spot elettorale “meno tasse per tutti”» - Una voce critica è anche quella espressa da ForumAlternativo, che parla di «spot di Vitta per le elezioni del prossimo aprile» e che - numeri alla mano - sottolinea come «a guadagnarci sarebbero i soliti noti» con «grandi redditi, patrimoni e grosse ditte».
L’attenzione viene posta anche sull’impatto per casse pubbliche, che «si troverebbero complessivamente svuotate di 115 milioni all’anno». Con la conseguenza che il DFE «potrà nuovamente invocare le “necessarie misure di risparmio per l’equilibrio dei conti”» e tagliare sui «servizi pubblici, la socialità e la politica familiare».
Per ForumAlternativo «è semplicemente il prosieguo di una politica di palazzo deleteria, miopie e sempre più distante dai veri bisogni dei cittadini».